Lavoro, la "crisi" dei microchip cambia orari e ferie. Via alla settimana corta I casi Electrolux e Savio

Operaia al lavoro all'Electrolux
PORDENONE  - La crisi dei componenti con le enormi difficoltà di approvvigionamento in particolare di schede elettroniche sta cambiando gli assetti organizzativi nella...

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PORDENONE  - La crisi dei componenti con le enormi difficoltà di approvvigionamento in particolare di schede elettroniche sta cambiando gli assetti organizzativi nella produzione ma anche gli orari e i calendari ferie nelle fabbriche. Il lockdown che a lungo ha bloccato i porti cinesi non consente ancora - e a sentire le imprese il problema avrà ripercussioni anche nei mesi a venire - ha causato una fornitura molto incerta e a singhiozzo già dall’anno scorso. Le grandi aziende hanno prima cercato di contrastare il contraccolpo con giornate di permessi o ferie. Poi è stato necessario il ricorso alla cassa integrazione che è stata utilizzata, in un primo periodo, soltanto per alcune giornate al mese poi sempre più di frequente fino a settimane intere di fila di stop produttivi. I casi più emblematici di un fenomeno che non si era mai visto nel manifatturiero - a fronte di una domanda di mercato ancora alta nonostante le conseguenze della guerra in Ucraina non si riesce a fare fronte agli ordini proprio a causa della carenza di materie prime - si stanno verificando alla Electrolux di Porcia, alla Savio di Pordenone e alle Automotive Lighiting di Tolmezzo. Tre importanti aziende regionali. Tre settori diversi: elettrodomestico, meccanotessile e automotive. E tre filiere che comprendono un indotto costretto ad andare a ruota del rispettivo grande cliente. 


ORARIO CORTO
Alla Electrlux tornerà così da oggi l’orario “corto”: sei ore al giorno con le due ore non lavorate coperte dalla cassa. L’unica certezza, al momento, è che nella fabbrica di Porcia si lavorerà con turni più brevi, dalle 6 alle 12 e dalle 12 alle 18. Solo per la linea uno l’orario del turno mattutino sarà di sei ore, quello pomeridiano di otto: cioé dalle 12 alle 20. Le due ore mancanti saranno coperte dalla cassa integrazione che, la prossima settimana, sarà richiesta con un accordo tra azienda e organizzazioni sindacali. Questo assetto orario sarà mantenuto intanto per un mese. Dopo la prima settimana di luglio la multinazionale e il sindacato dovranno decidere se prolungare l’orario ridotto. Ma la busta paga dei lavoratori subirà una riduzione a causa del taglio dell’indennità del turno serale e della mancanza della pausa mensa. Attraverso il nuovo assetto a orario ridotto l’azienda, oltre a gestire al meglio la carenza di componenti e materie prime, mantiene sotto controllo i costi riducendoli proprio grazie all’applicazione della “giornata breve”. C’è poi da considerare che l’azienda ha deciso di tagliare i contratti a termine (li ha rinnovati negli ultimi due anni) dei giovani operai assunti subito dopo il lockdown nella primavera del 2020. La riduzione potrebbe iniziare già con fine giugno: una trentina i contratti in scadenza, mentre un altro centinaio scaderà entro fine anno.

ALLA SAVIO


Alla Savio di Pordenone, invece, oggi rientrano i lavoratori che sono rimasti in cassa integrazione nelle ultime tre settimane. Si lavorerà fino al 23 luglio: nel frattempo, infatti, la fermata consentirà di accumulare componenti elettronici per utilizzare in questo intermezzo. Le ferie anticipate rispetto agli altri anni proseguiranno fino al 15 agosto. Dalla metà di agosto in poi l’azienda conta di poter ricorrere a soluzioni alternative attraverso una modifica tecnica e un adeguamento dei componenti elettronici. In modo da essere pronti per ripartire con un margine di garanzia maggiore. E, se le condizioni lo consentiranno, l’azienda intenderebbe proseguire nelle assunzioni di addetti “interinali” visto che la domanda del mercato è ancora piuttosto alta. Nonostante la guerra n Ucraina, l’inflazione e la situazione determinata dalla crisi internazionale sta cominciando a fare sentire un lieve flessione anche nel comparto del tessile.

 

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Il Gazzettino