Legno-arredo, la grande beffa della ripresa a metà: volano gli ordini, ma mancano i materiali

Lavoratori del legno-arredo
PORDENONE - A circa una decina di giorni dalla riapertura delle fabbriche nel settore del legno-arredo i portafogli ordini delle aziende sono piuttosto gonfi. La situazione, sotto...

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PORDENONE - A circa una decina di giorni dalla riapertura delle fabbriche nel settore del legno-arredo i portafogli ordini delle aziende sono piuttosto gonfi. La situazione, sotto l’aspetto della domanda del mercato, non è cambiata rispetto agli ultimi mesi di giugno e luglio. A non essere cambiata è però anche la grave difficoltà nel reperimento delle materie prime. Anzi, a detta degli imprenditori del comparto (difficoltà analoghe vengono registrate anche nel comparto della metalmeccanica) forse la situazione è peggiorata rispetto al periodo pre-ferie. Legno, semilavorati, metalli, materiale per i mobili imbottiti: il nodo del reperimento e dei prezzi ancora folli corre lungo l’intera filiera del mobile. E se dal Salone di Milano (la fiera si è chiusa ieri, erano presenti diverse realtà produttive importanti del distretto pordenonese) arrivano segnali positivi sulla tenuta del made in Italy le preoccupazioni arrivano dai fornitori delle materie prime. E, di conseguenza, dai clienti con i quali le aziende sono costrette a trattative sia sull’allungamento dei tempi di consegna che sui prezzi.


LA COMPETITIVITÀ


«Le difficoltà legate al reperimento della materia prima - conferma Jacopo Galli, presidente della sezione Legno-arredo di Confindustria Alto Adriatico - dalle prime sensazioni al rientro lavorativo si stanno forse aggravando. Le aziende sono costrette a tempi d’attesa molto lunghi e quindi non riescono a garantire le consegne nei tempi che magari erano stati previsti prima della pausa estiva. Una situazione che porta con sé il rischio di una possibile perdita di competitività sui mercati internazionali. Anche se, su questo aspetto, dal Salone del Mobile di Milano - aggiunge il manager del comparto che proprio ieri è tornato dalla manifestazione - sono arrivati segnali positivi sulle performance del made in Italy. È stata un’occasione, nonostante quest’anno la fiera si sia svolta in forma ridotta per le ragioni legate all’emergenza sanitaria, importante per il rilancio della nostra produzione. Anche se siamo in una fase piuttosto paradossale: molti ordini con la difficoltà di evaderli per la carenza di materiale». C’è poi un’altra questione sulla quale Galli insiste: «Stiamo riscontrando anche una carenza nel reclutamento di tecnici e figure professionali. Anche se - aggiunge - come associazione di categoria e territorio su questo fronte abbiamo guardato avanti. Sta partendo un corso dell’Its per la formazione di tecnici superiori (post-diploma) per il settore del legno-arredo. Un corso che partirà con i primi 25 iscritti e che durerà due anni. Si tratta di figure professionali delle quali le nostre aziende hanno ormai bisogno come il pane. Su questo, come Paese, siamo però indietro. Complessivamente come Its l’Italia conta 18mila giovani diplomati all’anno, la Germania 200 mila. Questo la dice lunga sulla formazione di cui abbiamo bisogno».


ALTRI SETTORI


E se il comparto del mobile si scontra con queste difficoltà il settore della matalmeccanica non sta certo meglio. Con il rientro dalla ferie e la ripresa delle produzioni si è ripresentato il nodo dell’acciaio, oltre a quello della difficile reperibilità delle schede elettroniche. Già qualche realtà produttiva, in particolare nel segmento dei componenti meccanici per l’automotive, ha dovuto programmare rallentamenti produttivi. Anche in questo caso gli ordini, anche dall’estero, arrivano ma le aziende non sono in grado di rispondere a pieno regime proprio perché manca la materia prima. E la sensazione è che per l’autunno-inverno non potranno esserci miglioramenti.

 

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Il Gazzettino