Era il 2012, e al circolo sociale Nicola Gros di Torino l'allora ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sdoganava il termine «choosy». In soldoni, schizzinosi. Si riferiva ai...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A offrirlo è chi, giorno dopo giorno, incontra lavoratori e aziende per avvicinare domanda e offerta. E le principali agenzie di lavoro del territorio, interinali e non, confermano: a rifiutare un posto di lavoro è un pordenonese su sette. Queste le medie che emergono dalle tabelle a disposizione dei professionisti. E a pesare sul rifiuto di un posto di lavoro, con conseguente allungamento dei tempi di ricerca, sono diversi fattori. «I più sofisticati sono gli ingegneri meccanici» conferma ad esempio un'addetta alla ricerca di personale per un'agenzia di lavoro del centro di Pordenone. Categoria particolare, quella appena citata, che pretende spesso un primo impiego superiore ai 1200 euro netti al mese. «Molti contratti che comprendono quella cifra vengono rifiutati ancor prima del colloquio» prosegue l'analisi. Ma non ci sono solo gli ingegneri, nel pentolone dei sofisticati. Anche i 30-35enni che si trovano sotto la copertura degli ammortizzatori sociali fanno la loro parte. Anzi, fanno proprio la parte del leone. In questo caso, infatti, la media sale a un disoccupato su cinque che non accetta la proposta di lavoro. «Pensano - prosegue la professionista - che la copertura dell'ammortizzatore sia infinita, non hanno la lungimiranza necessaria a comprendere che un'offerta può andarsene da un momento all'altro». Pesa, poi, il livello d'istruzione: «Più è basso - va avanti l'analisi - più il rifiuto del lavoro (più che altro poco specializzato, magari in linea di montaggio ndr) aumenta, fino a toccare punte di un caso su tre». Infine i neo-laureati e le neo-mamme. I primi sono catalogati come «sognatori». In poche parole, cercano stipendi e lavori da «sogno» che come logica vuole, scarseggiano. Le seconde, invece, ambiscono ad impieghi part-time, i meno richiesti dalle aziende pordenonesi. E la parola «choosy» torna di moda. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino