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VENEZIA - Donne penalizzate anche in Veneto: prendono in media 10mila euro meno degli uomini all'anno. Un divario ancora eccessivo, complice Covid-19. Nel 2020, l'occupazione femminile è al 60,7% a fronte di quella maschile all'81,1%, la disoccupazione è al 7,5% per le donne, mentre al 4,5% per la seconda. E anche in termini di part-time i numeri sono significativi: al 36,5% per le donne (la seconda percentuale più alta in Italia) e al 6% per gli uomini. Dati condivisi ieri dal direttore dell'Area Politiche economiche della Regione, Santo Romano, nel corso della presentazione del Rapporto sulla situazione del personale nelle aziende con oltre cento dipendenti in Veneto, che ha preso in esame il biennio 2018-19 monitorando 1.015 aziende, per 362mila occupati (il 45% donne).
«Nella programmazione dei fondi europei 2014-20 ha detto Romano abbiamo coinvolto 140mila donne su 300mila persone e attivato strumenti nuovi, come i voucher di conciliazione.
POCHE DIRIGENTI
Intanto quello attuale parla di un marcato gap salariale: la retribuzione media annua lorda (quadri, operai, impiegati e apprendisti) è di più di 33mila euro per gli uomini e 23mila per le donne, per il 79% impegnate nei settori di istruzione, sanità ed altri servizi sociali e per il 62% nel commercio. Mondo femminile per il quale prevalgono lavori impiegatizi (58%) a scapito dei livelli apicali (le dirigenti sono al 32%), prerogativa maschile. E la ripresa del terzo trimestre 2021 non sembra aver invertito la tendenza: + 5.600 posizioni lavorative al maschile rispetto alle + 2.400 delle donne. Marta Gasparon
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