MESTRE - Non era solo asfalto da rifare causa usura. Era acqua. Infiltrazioni che hanno reso necessario la chiusura del Passante di Mestre per due weekend di fila non tanto -...
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Cav, la società che gestisce il Passante, ora assicura non ci sono mai stati problemi tali da mettere in discussione la funzionalità dell’autostrada e che la circolazione era e rimane sicura. Ma che il Passante "faccia acqua" è un dato di fatto. Tant’è che tutte le "irregolarità" riscontrate - al momento siamo già a tre interventi per infiltrazioni - sono state segnalate alla Commissione di collaudo tecnico-amministrativo. Perché, per inciso, il collaudo definitivo dell’opera ancora non c’è. Ma il punto è che, a distanza di sei anni dall’inaugurazione, adesso emergono - e si pagano - tutte le controindicazioni di un’opera realizzata sotto la falda acquifera: grazie all’opposizione di Comuni, comitati di cittadini, associazioni ambientaliste, l’autostrada non è stata realizzata completamente in superficie, si è scelto di scendere in trincea e in galleria, facendo lievitare i costi - da 750 milioni di euro a più di un miliardo - e rischiando di avere problemi di infiltrazioni.
Cosa che si è già verificata. Nell’area veneziana la falda si trova a circa un metro dal piano campagna e per il Passante si è scavato 7 metri: significa che quando percorriamo una delle gallerie, senza saperlo abbiamo l’acqua in testa. Cos’è successo nella galleria del Terraglio dove gli uomini di Cav hanno lavorato nei due fine settimana di settembre facendo chiudere l’autostrada al transito, lo spiega - sul Gazzettino di oggi - l’ingegnere Sabatino Fusco, direttore tecnico della società mista Anas e Regione che gestisce il Passante.
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Il Gazzettino