Laurea per ricordare Sara: «Una ragazza fortissima, non ha mai smesso di studiare»

Nata nel 1995 a Cividale del Friuli, era solare e sorridente. Amava studiare

Sara Butelli
AVIANO - Una laurea alla memoria per Sara Butelli. Nata nel 1995 a Cividale del Friuli, era solare e sorridente. Amava studiare. Nel 2014 si era ammalata di tumore, ma nonostante...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

AVIANO - Una laurea alla memoria per Sara Butelli. Nata nel 1995 a Cividale del Friuli, era solare e sorridente. Amava studiare. Nel 2014 si era ammalata di tumore, ma nonostante la malattia, si è diplomata con ottimi risultati al liceo classico Paolo Diacono di Cividale prima di decidere di iscriversi all’Università di Udine, al corso di Diritto per le imprese e le istituzioni. «Era una ragazza fortissima - ricorda il Dottor Maurizio Mascarin, responsabile dell’area giovani del Cro di Aviano, struttura dove la ragazza risiedeva per ricevere le cure - Come tanti malati ha avuto un percorso clinico altalenante, con alti e bassi. Ma non ha mai smesso di concentrarsi sugli studi per portare avanti il percorso universitario». Era stata selezionata per partecipare al progetto Erasmus, che l’avrebbe portata a frequentare un anno accademico all’estero, per poi viaggiare verso l’Australia. 


LO STUDIO E GLI OSPEDALI
Poi però la malattia divenne più aggressiva e debilitante, così dovette mettere in pausa gli studi per concentrare gli sforzi per combattere la patologia che l’affliggeva. Molta forza la giovane la trovava anche dai genitori e dal fratello, che come ricorda Mascarin, erano presenti notte e giorno per assisterla. Verso la fine del 2018 le condizioni di Sara peggiorarono portandola al decesso avvenuto il 7 maggio del 2019. Banalmente si potrebbe pensare che la storia sia finita così ma dopo 4 anni, qualche giorno fa, l’Università di Udine ha Conferito a Sara Butelli la laurea alla memoria in Diritto per le imprese e le istituzioni, motivando «Per l’impegno, la determinazione e il sacrificio dimostrati per raggiungere un nuovo ed importante traguardo negli studi prima che fosse prematuramente strappata alla vita».


LA CERIMONIA
L’attestato è stato consegnato ai familiari, alla presenza del rettore della facoltà e delle massime autorità locali. L’università spiega come il consiglio di dipartimento di scienze giuridiche dell’ateneo, venuto a conoscenza della storia della ragazza, rimase colpito dalla sua forza d’animo, dall’impegno e dalla determinazione della ragazza, attuando la procedura che ha portato la consegna dell’attestato alla memoria. Proprio sulla forza e sulla determinazione della ragazza si sofferma Mascarin, raccontando una delle più significative manifestazioni di questi aspetti del carattere della ragazza: «Era il 7 aprile 2018, data in cui abbiamo inaugurato il nuovo spazio dell’area giovani. Sara il giorno prima, debilitata dalla malattia e dalle cure, era rimasta a letto stremata. Ci teneva moltissimo a partecipare all’evento, ad esserne la madrina. Così, con uno sforzo enorme, nella mattinata dell’inaugurazione decise di alzarsi, di vestirsi, di truccarsi, e di partecipare ad una celebrazione piena di persone ed istituzioni. Sara voleva essere partecipe, l’area giovani per lei era un pezzo importantissimo della sua vita. Fu una dimostrazione di determinazione e di forza. Un gesto bellissimo».


GESTO APPREZZATO


Questi sono un esempio dei sentimenti che hanno portato l’ateneo udinese a conferire a Sara un titolo privo di valore giuridico, ma ricco di valore simbolico sia per i genitori che per tutti i ragazzi che vivono nelle condizioni simili a quelle della ragazza: «Abbiamo molto apprezzato il gesto fatto dall’università - prosegue Mascarin - è una cosa importante che va aldilà della vita stessa, spesso troppo breve per i nostri ragazzi. Permette una continuazione della vita, dando un ricordo che non è più focalizzato sulla sola malattia e sulle sofferenze che provoca, ma sulle cose che questi ragazzi hanno fatto e che potevano fare. Sara si sarebbe sicuramente laureata se non avesse dovuto scontrarsi con un ostacolo così grande. Si merita questo risultato. Da sempre come area giovani lavoriamo su progetti di fine vita, perché crediamo che una persona abbia il diritto di creare e portare avanti un progetto nonostante magari gli rimanga poco tempo».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino