Latitante tradito dalla nostalgia per il figlio: ora sconterà 16 anni

Raimond Percja
PORDENONE - È fuggito in Olanda per non andare in carcere in Italia. Raimond Percja, 35 anni, albanese che si era sistemato a Frisanco, è stato a lungo uno dei protagonisti...

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PORDENONE - È fuggito in Olanda per non andare in carcere in Italia. Raimond Percja, 35 anni, albanese che si era sistemato a Frisanco, è stato a lungo uno dei protagonisti della cronaca giudiziaria pordenonese. Droga, rapine, estorsioni, aggressioni, risse tra albanesi e altri episodi violenti, come quando prese a pugni un vigile urbano durante un controllo stradale, fece a pezzi e ingoiò la patente di guida.




Di lui si sono perse le tracce nel 2010, quando stava per diventare esecutiva una condanna per droga. Se n’è andato lasciando in Friuli la famiglia. Ed è proprio la nostalgia per il figlio, che voleva veder crescere, che lo ha tradito. Nel 2013 i contatti con i parenti sono stati intercettati dagli investigatori della Squadra Mobile di Pordenone, che con la collaborazione dell’Interpol-Europol sono riusciti a localizzare il latitante. A febbraio di quest’anno, quando ormai l’ordine di carcerazione aveva raggiunto un cumulo pena di 16 anni 3 mesi e 25 giorni di reclusione, c’è stato il primo tentativo di cattura. Ma con Percja c’era il suo bambino e le forze dell’ordine hanno fatto un passo indietro. Un mese dopo, il 19 marzo, gli uomini del vicequestore aggiunto Massimo Olivotto hanno centrato l’obiettivo.



Avevano la certezza che Percja sarebbe andato all’aeroporto Schiphol di Amsterdam a prendere un amico. Nonostante polizia olandese fosse concentrata su un importante convegno internazionale sul nucleare, grazie all’intervento dell’ufficiale di collegamento ha messo a disposizione una squadra speciale che ha bloccato Percja a circa cinque chilometri di distanza dall’aeroporto. Un’azione fulminea, osservata a distanza dai poliziotti pordenonesi: Percja non ha avuto alcuna possibilità di fuga ed è stato arrestato ai fini estradizionali. Lunedì pomeriggio è atterrato all’aeroporto Marco Polo di Venezia, dove è stato arrestato in collaborazione con la Polaria e portato nella casa di reclusione Nuovo Complesso di Padova. Comincia adesso battaglia legale in sede di esecuzione nel tentativo di contenere gli anni di carcere da scontare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino