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VENEZIA - Oggi, 24 giugno, è il giorno del pride LGBTQI+ nel capoluogo veneto. La manifestazione prende il nome di "Laguna pride" e partirà intorno alle 17.00. Il concentramento è previsto alle 16.30 presso la stazione dei treni di Santa Lucia. Il corteo avrà come punto di arrivo le Fondamenta delle Zattere.
I presupposti
«Il nostro Pride - spiegano gli organizzatori - sarà un pride dal basso, anticapitalista e transfemminista: anche l’antiabilismo rientra nelle nostre istanze, per questo stiamo cercando di creare un corteo accessibile a tutti. Venezia è una città difficilmente attraversabile per chi ha difficoltà motorie: non solo a causa delle proprie barriere architettoniche, ma anche per colpa di un’amministrazione che si spende ancora troppo poco per creare percorsi accessibili in ogni calle veneziana. Nonostante i nostri tentativi d’individuare un percorso senza barriere architettoniche, riusciremo a garantire un percorso attraversabile da tutti solo in parte».
L'organizzazione del corteo
All’interno del corteo ci saranno infatti due punti di concentramento da cui proseguire senza dovere attraversare alcun ponte. Il primo sarà in Campo Santa Margherita, mentre il secondo presso l’imbarcadero di San Basilio. In ognuno di questi due punti saranno presenti membri dello staff che accoglieranno e accompagneranno chi ha disabilità motorie, già prima dell’arrivo del corteo. «La dimensione della cura - proseguono - è fondamentale per il Laguna Pride, per questo vogliamo che ogni persona che parteciperà si senta a suo agio e in uno spazio sicuro. Per questo, sia in Stazione che in Campo Santa Margherita verranno distribuiti tappini antirumore.
Il segretario generale di Arcigay
ll pride di Venezia, oltre all'orgoglio e alla rivendicazione di diritti, ha unqa motivazione attuale in più: «È il giorno dell'orgoglio ma anche quello della rabbia - dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay - Scendiamo nelle strade in questa nuova giornata di mobilitazione per stringerci attorno alle 33 famiglie colpite dalla violenza della Procura di Padova, protagonista di un'azione inedita, prevaricante, che ci fa allontana dalla tradizione democratica del nostro Paese - conclude - Cancellare un certificato di nascita è un atto violento, carico di un furore ideologico che spaventa, anticamera di uno stato etico che mette le mani nelle famiglie riorganizzandole e riscrivendole sulla base di un'idea di parte che si vuole imporre alla collettività. Nei nostri Pride porteremo avanti la nostra determinazione a lottare contro la violenza che il governo sta riversando sulle nostre famiglie».
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Il Gazzettino