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BELLUNO - Se da qui a meno di tre mesi non interverrà una deroga, dall'inizio del mese di gennaio del prossimo anno scatterà la normativa europea che prevede il cosiddetto deflusso ecologico per i corsi d'acqua. Un tema di grande attualità che nei giorni scorsi ha riunito associazioni e istituzioni al convegno Deflusso ecologico 1° gennaio 2022. All'incontro hanno partecipato categorie economiche, autorità politiche, tecnici ministeriali e delle autorità fluviali ed anche Legambiente regionale. Fra i contributi più rilevanti quello del presidente della Regione Veneto Luca Zaia. E sullo stesso argomento, anche riportando dati emersi proprio all'appuntamento di Treviso, oggi intervengono la Lega di Belluno e l'assessore regionale Gianpaolo Bottacin. Quest'ultimo lo fa rivolgendosi in particolare al territorio bellunese ed ai suoi attori politici. Provincia in testa.
IL RICHIAMO
«Al deflusso ecologico bisogna dire no, il nostro territorio ha troppo da perdere». È questo in sostanza il contenuto dell'appello lanciato dall'assessore regionale al Bellunese. Dal primo gennaio 2022 entra in vigore la normativa europea sul deflusso ecologico. Una norma vecchia vent'anni, finora mai applicata, che fissa appunto il deflusso ecologico, ovvero la quantità minima di acqua da assicurare a fiumi e torrenti secondo un algoritmo che alza il livello rispetto al criterio del deflusso minimo vitale, quello rispettato finora. È la Lega di Belluno a riflettere sul tema e a evidenziare possibili criticità.
IL TEMPO STRINGE
Dal prossimo 1° gennaio, dunque, la direttiva europea farebbe decadere l'applicazione del deflusso minimo vitale a favore del deflusso ecologico. Un passaggio che, se da un lato garantisce maggior portata ai fiumi, dall'altro toglie equilibrio all'ambiente dei laghi e a tutto l'indotto economico legato all'acqua. Sono stati studiati i dati relativi ad 11 anni di rilasci. E l'applicazione del deflusso minio ecologico in pianura comporterebbe immediate difficoltà per l'agricoltura. Esse porterebbero ad un calo del 46% della produzione, mentre in montagna a pagare le conseguenze maggiori sarebbero i laghi. I risultati delle simulazioni condotte dalla Regione dicono che nella maggior parte dei casi il rispetto della norma lascerebbe i bacini bellunesi pressoché vuoti. «Un disastro chiude Bottacin -: il turismo ne uscirebbe distrutto così come l'ecosistema e ci sarebbero gravi problemi in caso di incendio perché con i livelli così bassi gli aerei non sarebbero in grado di pescare l'acqua dai laghi bellunesi. Per non parlare dell'energia elettrica, si parla tanto di fonti rinnovabili, ma questo porterebbe a dover ricorrere alle fonti fossili, con conseguente produzione di Co2». Secondo una simulazione dell'Enel, uno degli effetti provocati sarebbe quello di avere un calo di 930 gigawattora nella produzione di energia elettrica e la conseguente necessità, quindi, di produrla con fonti fossili. La soluzione andrebbe quindi cercata in una deroga. E nella norma che prevede comunque una gradualità dell'operazione. Ma gennaio è vicino.
Il Gazzettino