Lagazuoi imbrattato con lo spray: la scritta cancellata dagli addetti della funivia

La scritta con lo spray sul Lagazuoi
CORTINA - Il graffito vergato da un ignoto incivile sulla roccia, vicino alla croce di vetta del Lagazuoi è stato cancellato dagli addetti della funivia ieri,...

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CORTINA - Il graffito vergato da un ignoto incivile sulla roccia, vicino alla croce di vetta del Lagazuoi è stato cancellato dagli addetti della funivia ieri, mercoledì 22 luglio, nel tardo pomeriggio. Quella firma in color arancione resterà ora solo nelle foto a memoria dell'abberrante ignoranza del suo autore. Ma il gesto aveva provocato un coro di indignate reazioni. 


LA CONDANNA
Fra le voci di condanna c'è Paola Valle, presidente della sezione di Cortina del Club alpino italiano: «È un comportamento da condannare, senza dubbio. Noi facciamo le lotte per tutelare la montagna e poi assistiamo a gesti come questo». Sulla scelta del luogo in cui lasciare il graffito, Paola Valle propone alcune riflessioni: «È accaduto sul Lagazuoi, dove molti salgono in funivia e dove c'è tanta gente: chi ha lasciato quella scritta cercava la visibilità. È difficile che uno lo faccia su una vetta isolata e impervia, anche perché sa che ben pochi potrebbero vederla. Pertanto teniamo d'occhio i canali sociali: è possibile che l'autore pubblichi un'immagine della sua bravata. Il controllo di tutta la montagna è impossibile, per cui possiamo affidarci soltanto alla coscienza delle persone. A questo punto c'è anche il timore di una possibile emulazione: altri potrebbero essere invogliati a ripetere questo gesto».
Sul coinvolgimento della sezione Cai, per la pulizia del luogo, la presidente commenta: «Le nostre competenze sono fissate da norme precise e si limitano alla cura dei sentieri; le vette non sono di nostra competenza».

UN DELINQUENTE

Giuseppe Bepi Casagrande, giornalista e sindaco di Pieve di Cadore, è guida alpina ad honorem; il collegio regionale ha riconosciuto così la sua grande passione e competenza della vita in montagna: «Chi ha fatto questo gesto è un delinquente esordisce senza mezzi termini perché è salito lassù, con premeditazione, per violare la montagna con il suo atto da maniaco. Lo ha fatto vigliaccamente, nella garanzia dell'anonimato. Ha dato sfogo al suo esibizionismo, nel silenzio della montagna più bella, per rovinarla e offenderla. Così offende tutti noi». Casagrande propone un'altra riflessione: «Questo gesto è ancora peggio di quelli che vanno in montagna con lo spray a segnare sentieri. Anche quelli sono da condannare, sbagliano, sono stupidi e supponenti. Ci sono figure preposte per questa attività: il Cai, le guide alpine, ora anche gli accompagnatori di media montagna. Nessuno deve credersi più bravo e furbo degli altri, tanto da segnare un suo sentiero. Ma questo gesto è ancora più brutto, se possibile». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino