Non ci sono prove che abbia partecipato al colpo messo a segno ad Asolo (così come a carico dei presunti complici), e per il tentato furto di Campigo la tipologia di reato...
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I carabinieri stavano tenendo d’occhio una Golf bianca, vista aggirarsi in modo sospetto nei quartieri residenziali tra Castelfranco, Resana, Scorzè e Trebaseleghe, da un paio di settimane. Erano stati dei cittadini a segnalarla e, tramite le telecamere di videosorveglianza, i militari avevano cominciato a monitorarne gli spostamenti: fino, appunto, a lunedì sera, quando la banda è entrata in azione a Campigo, scavalcando una recinzione ed entrando in un’abitazione con tutta l’intenzione di razziarla. Messi in fuga dalle figlie dei proprietari, due ragazze di 25 e 19 anni, i malviventi sono stati poi braccati dai carabinieri della compagnia di Castelfranco. A Trebaseleghe, dopo essere stati scaricati dall’autista, i militari dopo un inseguimento a 130 chilometri all’ora hanno fermato un 30enne albanese mentre l’altro complice è riuscito a darsi alla fuga. Rizvani, che si trovava al volante della Volkswagen Golf, dopo essere fuggito è stato invece arrestato a Castelfranco Veneto: nell’auto sono stati trovati cacciaviti e guanti in lattice. Il sospetto è che la “batteria”, senza un domicilio fisso nella Marca, fosse quella che aveva battuto a ferro e fuoco il territorio tentando furti in casa a ripetizione.
Al 29enne albanese veniva contestato, dopo l’arresto in flagranza, di aver partecipato a due colpi: quello di lunedì a Campigo, solo tentato, e un altro messo a segno 9 febbraio scorso ad Asolo. In quell’occasione, sempre ricoprendo il ruolo di autista, in questo caso al volante di una Opel Corsa bianca, avrebbe atteso due complici all’esterno di un’abitazione di Villa d’Asolo portandoli poi al sicuro dopo il colpo. E quello tentato a Campigo, terminato con l’inseguimento da parte di tre pattuglie dei carabinieri. Il giudice, analizzati gli atti in suo possesso, ha accolto la tesi della difesa ritenendo che non c’erano prove per attribuire a Rizvani la partecipazione al colpo di Villa d’Asolo e che, stante la contestazione di tentato furto aggravato, non è prevista una misura di custodia cautelare in carcere. Motivo per cui, nonostante il pubblico ministero avesse chiesto la conferma della detenzione, il giudice ha rimesso in libertà il 29enne disponendo per lui il solo divieto di dimora in Veneto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino