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CORDENONS - Un furto alquanto particolare, quello subito nella notte tra giovedì e venerdì dalla casa di accoglienza Oasi 2. Un raid ladresco che ha messo in seria difficoltà un'associazione locale e i suoi assistiti. Ignoti ladri hanno fatto sparire una pesante stufa in ghisa, i relativi tubi tagliati a misura che componevano la canna fumaria e perfino 10 sacchi di pellet acquistati da poco. I furfanti sono penetrati nell'edificio che ospita i laboratori di Oasi 2 dalla parte posteriore, forzando il lucchetto della porta. Evidenti a terra le tracce di un carretto a due ruote che devono aver usato per trasportare la pesante stufa probabilmente fino ad un furgone in attesa poco lontano. All'oasi 2 in questi giorni sono presenti 4 ospiti su una capienza massima di 8 e ovviamente al momento del raid ladresco avvenuto in piena notte tutti stavano dormendo nella casa vicina e non si sono accorti di nulla, anche perchè tra l'edificio principale e quello saccheggiato vi sono 20 metri di distanza. Appare evidente che i ladri abbiano agito sapendo cosa avrebbero trovato: non hanno toccato altro ed hanno operato senza far troppo rumore, dileguandosi nel buio della notte senza che nessuno notasse qualcosa.
L'ORGANIZZAZIONE
La casa di accoglienza Oasi 2 è un vecchio casolare contadino ristrutturato che si trova in mezzo alla campagna cordenonese, poco o nulla intorno e i controlli sono affidati ai soli passaggi delle pattuglie dei carabinieri.
LA STRUTTURA
La struttura di Carcere e comunità è unica nel suo genere nel territorio della Diocesi Concordia - Pordenone ed una delle rare di questo tipo presenti nell'intero Triveneto. "Gli ospiti si gestiscono da soli, imparano un mestiere, sono seguiti da un'educatrice e aiutati da noi volontari. In questo modo si ottengono risultati altrimenti irraggiungibili". Grazie a queste iniziative i detenuti che vengono pienamente reinseriti nella società arrivano anche al 70%. «Si tratta in effetti di persone pronte a rientrare nella vita attiva e che hanno solo bisogno di un attimo per ritrovare se stessi prima di ripartire». Ognuno di loro viene affidato alla struttura di accoglienza dopo il benestare del magistrato. Un furto da 2mila euro può sembrare tutto sommato trascurabile, lo sarebbe probabilmente per molti, ma non per un'organizzazione che non dispone di grandi somme e combatte anzi quotidianamente contro mille difficoltà. L'associazione e dunque di conseguenza anche la casa ed il laboratorio si sostengono grazie a fondi che arrivano dall'8 per mille della Chiesa cattolica e da qualche piccola donazione da parte di privati che capiscono l'importanza della missione. Per questo i volontari lanciano ora un appello alle persone di buon cuore affinchè li aiutino a raccogliere il denaro necessario a riacquistare ciò che è stato rubato. Chiunque voglia dare una mano troverà come farlo digitando in rete "Associazione carcere e comunità Odv". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino