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TREVISO - Nuovo sequestro di un laboratorio gestito da un cinese. Proseguono gli interventi delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso in materia di contrasto al lavoro nero ed all’abusivismo commerciale, con particolare attenzione anche alla tutela dell’ambiente e della sicurezza sul lavoro. Nei giorni scorsi, i finanzieri della Tenenza di Castelfranco Veneto sono intervenuti in un’azienda tessile di Altivole, gestita da un cittadino cinese, individuando sette dipendenti in nero (cinque connazionali del titolare e due di origine pakistana e bengalese), privi di inquadramento contrattuale e contributivo, e rilevando diverse violazioni alla normativa in materia di sicurezza sul lavoro e antincendio. Le attività ispettive hanno permesso di rilevare che, nonostante il formale adempimento degli obblighi previsti dal Testo Unico in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e dalla normativa antincendio, il locale era sprovvisto dei requisiti minimi richiesti; difatti, erano presenti numerosi cavi elettrici scoperti, pendenti sopra le postazioni dei lavoratori.
Nel corso degli accertamenti, poi, le Fiamme Gialle hanno scoperto, all’interno del locale e nel piazzale antistante all’edificio, circa mezza tonnellata di rifiuti speciali (scarti della lavorazione tessile, apparecchiature elettriche ed elettroniche, stoccati ovunque, anche nei pressi delle postazioni di lavoro dei dipendenti), per i quali il titolare della ditta non è stato in grado di esibire alcuna documentazione relativa alla conservazione e al corretto smaltimento.
L’intervento della Guardia di Finanza di Treviso testimonia ancora una volta l’impegno profuso in questo delicato settore, a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, per colpire, nella loro globalità, quei fenomeni che costituiscono ostacolo alla realizzazione di un mercato concorrenziale, a beneficio degli operatori economici onesti e rispettosi delle regole: lo sfruttamento di manodopera in nero, unito alle violazioni delle modalità di corretto smaltimento dei rifiuti e delle norme in materia di sicurezza, consente infatti di applicare prezzi altamente concorrenziali, in danno delle imprese che operano rispettando la legge, che si vedono costrette a sostenere costi maggiori
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