OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
NOVENTA PADOVANA - La villa del delitto di Isabella Noventa è passata dalle mani di Freddy Sorgato, uno dei tre autori dell'omicidio nel 2016, condannato in via definitiva, a Paolo Noventa, il fratello di Isabella che spera di trovare qualche qualche traccia che gli consenta di ritrovare il corpo della sorella. Ad assegnare la villa al fratello della vittima è stato il Tribunale di Padova a titolo di risarcimento danni. Ricordiamo che la segretaria di Albignasego è stata assassinata in quella abitazione di Noventa Padovana, la notte tra il 15 e il 16 gennaio del 2016, dai fratelli Freddy e Debora Sorgato e dalla tabaccaia veneziana Manuela Cacco.
La casa di via Sabbioni 11, il 18 settembre del 2019, se la era aggiudicata all’asta una giovane padovana, ma i soldi per l’acquisto definitivo non sono mai arrivati.
IL MOTIVO
«Quella villa - ha spiegato Paolo Noventa - ha un valore di 341 mila euro. L’ultima offerta è stata troppo bassa, così come risarcimento danni ho chiesto e ottenuto dal Tribunale l’assegnazione dell’immobile. Al solo pensiero di entrarci mi viene male. Né io e né i miei parenti andremo mai a vivere in quella casa». L’obiettivo di Paolo Noventa è venderla il prima possibile, appena l’immobile verrà dissequestrato. Di fatto una mera questione burocratica, dopo che i supremi giudici della Corte di Cassazione, lo scorso 18 novembre, hanno confermato la condanna a trent’anni di carcere per l’ex proprietario della villa, l’autotrasportatore Freddy Sorgato.
«Appena ci sarà il dissequestro - ha proseguito Noventa - mi attiverò per venderla. Vale molto di più delle offerte ricevute durante le aste». Ma in cuor suo il fratello di Isabella, da quella abitazione in mezzo ai campi non distante dal fiume Brenta, vuole ottenere di più del semplice denaro. La speranza di ritrovare il corpo della sorella non si è mai spenta e forse, nella villa e nei terreni tutti attorno, ci sono ancora tracce potenzialmente utili per scoprire il luogo di occultamento del cadavere. «Non mi illudo perché sono consapevole dell’ottimo lavoro svolto dagli inquirenti. La casa e i campi circostanti sono stati passati al setaccio più volte, con i cani e i georadar. Ma la speranza, come si sa, è sempre l’ultima a morire. E così appena entrerò in possesso della proprietà, cercherò ovunque possibili tracce di Isabella. Il primo passo è vedere se emotivamente riuscirò a varcare la soglia. Non è facile. Lì hanno ucciso mia sorella».
Il Gazzettino