VENEZIA - Il lavoro al Mose va avanti. I tempi da rispettare sono quelli del giugno 2018, salvo complicazioni. Certo la situazione è sempre sotto controllo. Non sono...
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E a questo proposito, Cantone sottolinea le questioni aperte: il procedere dei lavori per il Mose; il recente commissariamento della Comar, una delle aziende maggiormente coinvolte negli interventi alle dighe mobili e infine l’eventualità che proprio sulle decisioni dell’accantonamento degli utili delle aziende vi possano essere dei ricorsi alla giustizia amministrativa: «Sta nella facoltà delle imprese - taglia corto - Ma al momento non mi pare che alcuna delle ditte coinvolte, e sono oltre una dozzina, abbia compiuto un atto ufficiale». C’è poi la questione del jack-up, il grande mezzo che dovrebbe servire al sollevamento e al trasporto delle paratoie, dal costo di 55 milioni di euro, che in realtà non è mai entrato in funzione. É di questi giorni la decisione del triumvirato del Consorzio Venezia Nuova di revocare l’appalto. «É stata una scelta dei commissari - ammette Cantone - e ne abbiamo preso atto. Non spetta all’Anac stabilire alcunchè e tanto meno dare delle risposte. Mi sembra, e lo ribadisco, più una cosa gestita e avviata dai commissari». E sui rapporti tra Consorzio Venezia Nuova e Provveditorato regionale alle Opere pubbliche (l’ex Magistrato alle Acque)? «Non ho elementi per giudicare - ammette Cantone - Prendo atto della situazione e dei rapporti tra Cvn e ex Magistrato».
Intanto procede l’attività di realizzazione delle paratoie mobili. Ce ne sono già 18 più due di riserva in costruzione nei cantieri Brodosplit a Spalato in Croazia per un importo di 22 milioni 650 mila euro, che saranno posizionate alla bocca di porto di Chioggia; altre 19 più due di riserva verranno realizzate sempre a Spalato e serviranno per la bocca di Malamocco (con un importo di 25 milioni 950 mila euro), mentre è imminente l’aggiudicazione della gara relativa alla paratoie della bocca di porto di San Nicolò (20 dighe più 2 di riserva) con una base d’asta di 27 milioni e 500 mila euro. Infine va ricordato che si è risolta anche la vicenda relativa ad un danno verificatosi nei primi mesi del 2015 ad un cassone alla bocca di porto di Chioggia, che aveva conseguentemente creato un rallentamento dei lavoro. Ora il cassone è stato completamente ripristinato e vi è stato già il rimborso da parte dell’assicurazione per un importo attorno agli 8 milioni di euro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino