Bitonci-Giordani, è testa a testa: una grande coalizione contro il centrodestra

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PADOVA - Com'è andata? Parliamone come di una partita di calcio. Alla fine del primo tempo al Padova stadium, Bitonci-Resto del mondo 1-0. La squadra dell'ex sindaco ha messo a segno il gol del vantaggio con il 40 per cento dei consensi. Buono il possesso palla (la civica è il primo partito della città) e la superiorità territoriale (ha conquistato 184 sezioni su 206). Da migliorare le triangolazioni in attacco. Bene quella con la Lega, che è cresciuta. Da rivedere quelle con Forza Italia e le altre liste. Il cannoniere aspetta rinforzi: quelli di ritorno dal ponte della festa del santo che non sono andati a tifare al primo turno.


Il secondo tempo qui si gioca fra due settimane. Intanto gli avversari stanno trattando per la seconda punta da affiancare a Giordani nel ruolo di rifinitore. Bisogna pagarla a peso d'oro, leggi assessorati: Ambiente Urbanistica e Mobilità da recapitare su tappeto rosso ai supporters, i proprietari del cartellino del giocatore. E poi una gratifica personale, il ruolo di vicesindaco. Qualcun altro dovrà fare panchina. Ma ci sono due incognite: deve inserirsi nel meccanismi della squadra (unire i programmi) e superare quei calcioni negli stinchi che si sono già dati in qualche precedente allenamento vecchi e nuovi compagni (Bettin e Rampazzo). Infine sperare che i suo tifosi vadano a vedere la partita, visto che gioca per uno che non volevano neanche nominare e che si porta dietro sopravvivenze per loro già estinte. Come ogni buon sindacato che si rispetti assemblea oggi al Pio X e votazioni per tutta la notte fino a domani a mezzogiorno.

I QUARTIERI - La rivolta della città asservita al giogo di Bitonci non c'è stata. Anzi l'ex sindaco ha fatto vedere i sorci verdi. Ha vinto in ogni zona dal centro alla periferia. Perfino nella storica roccaforte di Camin, prendendosi, rispetto a tre anni fa, sia tutto il centro storico che la zona di Ponte di Brenta e San Lazzaro, portando via Altichiero e Sacro Cuore e confermandosi nei quartieri popolari come l'Arcella e la Guizza, dove chi vince piglia tutto. Nel 2014 poco meno di metà della città era con Ivo Rossi, qui solo 11 seggi vanno a Giordani che vince al Forcellini per 9 voti (sez. 124) e molto meglio alla Falconetto (sez. 116). L'altra zona franca è Cave, Brentella Chiesanuova, (sez.172.174.175). Lorenzoni a sorpresa prevale in altre 11 sezioni. Alla sezione 46 della Vivaldi e poi alla 45 della Randi ex Piave dove prende il 42 per cento. Poi nella zona del Portello alla Luzzatto Dina (sez. 21 e 22) alla 33 della Manin alla Madonna Pellegrina per 7 voti su Bitonci, ma alla sezione accanto, la 36, Bitonci ha il 42 per cento. Insomma è a macchia di leopardo attorno al centro storico dove abitano medici e professori universitari.

LE LISTE - Ha ragione Bitonci quando dice che è andato meglio del 2014. Al primo turno raccolse 34.890 voti, il 31,4. Stavolta ha fatto il 40,2 per cento. Sì ma in termini assoluti sono solo 4.523 voti in più. Qualcosa non ha funzionato ma non è la sua civica che dal 16 per cento passa al 24 cioè da 17.849 voti a 21.500.
É il resto del centrodestra, tranne la Lega che aumenta di poco, ad essere naufragato, con Forza Italia sotto il 4 per cento. Che marchi male per i partiti classici lo racconta il risultato del Pd, mai così basso dal 1999. Ma un salto dal 24,9 di tre anni fa salutato con fastidio allora, al 13,4 di oggi con la perdita secca di 14.700 voti, va oltre il sacrificio imposto per sostenere Giordani che ha ottenuto un ottimo risultato con la sua civica, il 9,3. Insomma sembra che il Pd spostato al centro non sia proprio piaciuto.

Sorprende - nella sorpresa - il risultato di Coalizione civica che tallona il Pd con l'11,4%. Un movimento fortemente caratterizzato a sinistra ma con una politica più aperta oggi è il terzo partito. Non c'erano mai riusciti i gruppuscoli delle varie sinistre ma qui ha un peso decisivo l'eredità di Padova 2020. Detto della dèbacle di Saia e Degani che portano solo il 3 per cento così come di Fratelli d'Italia, con il 2, l'ultimo dato monstre riguarda i 5 Stelle che perdono un terzo dei voti. «Certo, si poteva fare di più - commenta il candidato Simone Borile - paghiamo però un trend nazionale negativo».


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Il Gazzettino