TREVISO - Nel momento in cui i medici dell'ospedale di Treviso avevano visto quel coltello spuntare da sotto i vestiti, avevano chiesto l'intervento della polizia....
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Il fatto risale al 25 febbraio 2013 quando Bhatti Manpreet Singh si trovava per ragioni di lavoro a Treviso. Un incidente stradale lo aveva costretto a rivolgersi alle cure del Ca’ Foncello. Alla vista di quella lama di 18 centimetri chiusa in una fodera e nascosta tra le pieghe degli abiti, gli operatori del pronto soccorso avevano chiamato le forze dell'ordine. La polizia gli aveva così sequestrato il coltello sacro, dal quale i sikh battezzati non si separano mai. Il suo legale, l'avvocato Giuseppe Basso, si è opposto al decreto penale sostenendo che si tratta di un pugnale senza filo di lama e che quindi non può avere alcuna funzione offensiva. E il suo possesso è giustificato da un motivo religioso. Il giudice, accolte le richieste, ha disposto un rinvio per visionare il corpo del reato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino