Kairyn, la neonata guarisce dal male «È un miracolo di Sant'Antonio»

Padre Enzo Poiana tiene in braccio la piccola Kairyn: con lui ci sono i genitori e i padrini della piccola, la cui guarigione fa gridare
PADOVA - Un miracolo. Di Sant’Antonio. Neppure i medici sanno dare altre spiegazioni davanti all’evidenza di esami e referti, ripetuti più volte e sempre con il medesimo...

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PADOVA - Un miracolo. Di Sant’Antonio. Neppure i medici sanno dare altre spiegazioni davanti all’evidenza di esami e referti, ripetuti più volte e sempre con il medesimo responso: Kairyn sarebbe nata con una terribile malattia al cervello, che le avrebbe dato poche speranze di sopravvivenza. Almeno così pareva, fino al 13 giugno del 2014, quando invece c’è stata la svolta. Secondo i genitori, grazie appunto all’intercessione del Taumaturgo che tanto avevano invocato durante la difficoltosa gestazione.




Kairyn è nata il primo ottobre scorso ed è sanissima. Una splendida bambina che ieri mattina alle 11, durante la Messa solenne celebrata nella Basilica del Santo, è stata battezzata dal rettore padre Enzo Poiana. Una data che non è stata scelta a caso per la somministrazione del Sacramento, visto che l’11 gennaio è la ricorrenza appunto del Battesimo di Gesù. E quando, dopo aver raccontato la storia, padre Enzo ha sollevato al Cielo quel fagottino vestito di bianco, dalla chiesa si è levato uno scrosciante applauso: molta gente, ed era tantissima quella che affollava la navata, è scoppiata a piangere invocando il miracolo. Una commozione contagiosa, che in pochi istanti ha coinvolto tutti i presenti che avevano ascoltato con grande attenzione la vicenda della neonata.







Tutto è iniziato nella primavera dell’anno scorso quando la mamma, che risiede con il marito in un Comune del veronese, è venuta a Padova per effettuare un’ecografia di controllo. Il medico che l’ha effettuata, uno specialista di provata esperienza, ha subito notato che il volto del feto era devastato da una macchia nera, che non solo deturpava la faccina, ma aveva l’aspetto di una grave patologia: un lipoma, o, addirittura, un liposarcoma.



I genitori e i nonni, sconvolti, a distanza di poco tempo si sono rivolti a un secondo ginecologo ecografista, il quale ha ripetuto la medesima indagine. Anche questa volta le immagini, ancora più nitide delle precedenti perché nel frattempo il feto stesso si era ingrandito, non lasciavano ombra di dubbio: quella creatura che stava crescendo nell’utero della mamma aveva davvero qualcosa di bruttissimo, a cui si era aggiunta anche un’estesa infezione al cervello.





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Il Gazzettino