«Io, assunto grazie al Jobs act Non mi iscriverò al sindacato»

«Io, assunto grazie al Jobs act Non mi iscriverò al sindacato»
Sulle orme del padre. Daniele Tosadori, 23 anni, ieri è stato assunto dalla Midac di Soave, a due passi da Verona, zona molto conosciuta per il suo vino culla anche di questo...

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Sulle orme del padre. Daniele Tosadori, 23 anni, ieri è stato assunto dalla Midac di Soave, a due passi da Verona, zona molto conosciuta per il suo vino culla anche di questo gruppo da 145 milioni di fatturato (oltre il 70% realizzato all’estero) nella produzione di batterie per carrelli elevatori e di avviamento, 475 addetti in tre stabilimenti che con le nuove norme da Jobs Act diventeranno più di 500 entro un mese. «È la mia prima esperienza di lavoro fisso, fino a oggi ho fatto solo impieghi saltuari in campagna, vendemmia, raccolta della frutta - spiega soddisfatto Daniele - mi sono diplomato da perito grafico da due anni e ho presentato la domanda di assunzione circa un mese fa: conoscevo l’azienda, ho diversi amici che lavorano qui e me ne hanno parlato bene. Sono in crescita, hanno grande bisogno di manodopera specializzata». E la fabbrica è tornata ad essere un’opportunità per i giovani del Nordest che prima della crisi la snobbavano per cercare una scrivania da impiegato.




Che lavoro farà esattamente?

«Sono al controllo qualità, verifico se le batterie che escono dalla produzione hanno difetti, applico un bollino verde se tutto è a posto. Ma è solo l’inizio. Sono in formazione, mi sposterò in altri reparti».



Come si sente col posto quasi garantito?

«Molto bene. Vivo tutto questo come una possibilità, mi voglio impegnare al massimo per essere confermato e avere un po’ più di tranquillità tra tre anni. Questa è un’azienda seria, che paga puntualmente, che ha voglia di svilupparsi».



Perché ha scelto di fare il perito grafico?

«Era il lavoro di mio padre, da quando ero bambino ne sono rimasto affascinato. Mio padre ha iniziato a lavorare a 15-16 anni, giovanissimo, ed è andato in pensione a 62».



Un esempio. Cosa le ha insegnato suo padre?

«Il suo lavoro. E poi che ogni cosa la devi fare con passione».



Ora che ha un posto quasi fisso pensa di sposarsi, di comprarsi una casa?

«In questo momento non ho la fidanzata, alla casa penserò tra un anno e forse anche di più».



Quanto guadagnerà da operaio alla Midac?

«Tra i 1350 e i 1400 euro netti in busta paga. Dipende dagli straordinari, quelli previsti sono circa 12 ore al mese. La quantità di lavoro qui è veramente tanta e io sono contento, mi porto a casa 200 euro in più».



Pensa di iscriversi a qualche sindacato?

«Sinceramente no, io penso a lavorare».



Come è stato il suo primo giorno di lavoro? La prima impressione in fabbrica?

«Bellissima. Innanzi tutto c’è la soddisfazione di contribuire a creare un prodotto molto superiore ad altri sul mercato, qui le batterie si fanno praticamente a mano. E in questo reparto la metà sono giovani come me, tra i 20 e i 25 anni».



I suoi orari?

«Su due turni: dalle 6 del mattino alle 2 del pomeriggio e dalle 2 alle 10 di sera a settimane alternate».



Le pesa lavorare di sera?


«No e anche lavorare al sabato non è un problema». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino