Torri fantasma, tutto falso fin dall'inizio: alloggi in vendita senza la proprietà dei terreni

l'area dove doveva sorgere la torre di Legno a Jesolo
JESOLO - I preliminari di vendita degli appartamenti fantasma nel Greenery Residence e nella Cross Lam Tower di Jesolo furono perfezionati senza che i costruttori avessero la...

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JESOLO - I preliminari di vendita degli appartamenti fantasma nel Greenery Residence e nella Cross Lam Tower di Jesolo furono perfezionati senza che i costruttori avessero la proprietà dei terreni (mai avuta) sui quali le torri dovevano sorgere, attestando però di averne la disponibilità. E per invogliare gli acquirenti ad acquistare sulla carta furono presentate come garanzia delle fidejussioni, poi risultate false, come denunciato dalla società Sace di Roma. Sono questi due degli elementi che, secondo la Procura, testimoniano le intenzioni truffaldine di Fabio Bordin e Sonia Miatton, rispettivamente 55 e 57 anni, marito e moglie, residenti a Treviso, indagati per truffa nonché per autoriciclaggio in quanto il denaro versato per le caparre d'acquisto sarebbe stato prelevato dalle due società che si occupavano dell'operazione immobiliare, la Urban Bio di Padova e la Mia Re di Treviso, e quindi fatto sparire.

IL SEQUESTRO L'inchiesta, avviata a seguito della denuncia di alcuni acquirenti - tra cui una pensionata che ha investito e perso la liquidazione nell'acquisto - è coordinata dal pm Antonia Sartori e dal procuratore aggiunto Stefano Ancilotto i quali, martedì, hanno eseguito un decreto di sequestro firmato dal gip Luca Marini fino all'ammontare di oltre 730 mila euro, pari alle caparre versate e scomparse. Nel capo d'imputazione si fa riferimento a 5 preliminari con l'inganno (tra i truffati anche l'agenzia immobiliare che doveva promuovere gli immobili), ma secondo gli inquirenti gli acquirenti ingannati sono molti di più. Alcune querele presentate, infatti, non sono valide perché presentate a termini scaduti; in altri casi, inoltre, è probabile che qualcuno non abbia sporto denuncia in quanto ha investito nell'affare proventi in nero e non può uscire allo scoperto per non rischiare di essere denunciato per evasione fiscale. Il sequestro, purtroppo, è in gran parte sulla carta: le due società e gli indagati non hanno infatti beni sufficienti per coprire un importo di tale consistenza e la Guardia di Finanza ha trovato finora soltanto pochi spiccioli. A Bordin e Miatton, in passato già condannati in via definitiva per concorso in bancarotta fraudolenta, viene contestato anche di aver falsificato la ricevuta di pagamento della prima rata relativa ai contributi di costruzione, inviata al Comune di Jesolo per ottenere un aumento di volumetria degli immobili.

LA PERQUISIZIONE Nel corso di una perquisizione eseguita nel febbraio del 2020, gli inquirenti hanno acquisito parecchia documentazione ritenuta utile a provare le intenzioni truffaldine della coppia. La Procura ha poi scoperto che la storia raccontata da Bordin ad alcuni acquirenti per giustificare i ritardi, ovvero di essere stato truffato da una certa agenzia Brokerissimo, è versione di pura fantasia. Le indagini proseguono ora alla ricerca dei soldi, ma anche di possibili complicità. La Urban Bio di Padova, dichiarata, fallita il 25 agosto 2020, aveva come socio unico Sonia Miatton ed era proprietaria a sua volta del 30 per cento delle quote della Mia Re di Treviso. 

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Il Gazzettino