Primo bimbo nato all'ospedale di Jesolo dopo 38 anni: il piccolo Matteo "ha avuto fretta" e i genitori non sono arrivati a Mestre

Primo bimbo nato all'ospedale di Jesolo dopo 38 anni: il piccolo Matteo "ha avuto fretta" e i genitori non sono arrivati a Mestre
JESOLO - Per la città si tratta di un avvenimento storico. Non fosse altro perché il reparto di ostetricia dell’ospedale di via Levantina è stato chiuso...

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JESOLO - Per la città si tratta di un avvenimento storico. Non fosse altro perché il reparto di ostetricia dell’ospedale di via Levantina è stato chiuso nel dicembre del 1985. E da quel momento i nuovi nati all’ospedale di Jesolo sono stati davvero pochi. Tra questi c’è Matteo, figlio di una coppia di Cavallino-Treporti la cui data di nascita era prevista dopo Ferragosto. Ma lui, secondogenito aveva fretta di nascere, e lo ha fatto in tempi velocissimi al punto di primo intervento avanzato di via Levantina tra la gioia del personale e dei genitori. Il lieto evento è avvenuto lunedì 14 agosto. Il travaglio è stato talmente veloce da costringere la coppia, residente a Cavallino Treporti, a cambiare destinazione dopo essere partita con il proprio veicolo per recarsi in ospedale a Mestre dov’era previsto inizialmente il ricovero. I genitori si sono quindi diretta al Ppi di Jesolo dove, alle 18.50 circa è appunto nato Matteo: 3,4 chilogrammi. Mamma e figlio sono stati poi trasferiti all’ostetricia di San Donà di Piave per i controlli di rito, entrambi sono in ottima salute e verranno dimessi probabilmente già oggi. Nell’ambulatorio numero 5 del Ppi di Jesolo il personale ha affisso un fiocchetto di benvenuto al neonato Matteo. All’epoca, la chiusura definitiva del reparto di ostetricia fece discutere molto, con tanto di proteste del consigliere comunale Daniele Bison e dell’onorevole Mario Pezzoli, che diedero vita a scioperi della fame e occupazioni dell’ospedale. 

REPARTO CHIUSO

Nonostante questo, il reparto di ostetricia venne chiuso. Da allora gli jesolani, e gli altri cittadini del litorale, sono nati di volta in volta negli ospedali di San Donà, Oderzo, Portogruaro, Mestre o Treviso. Proprio a Monastier, qualche anno fa, era diretta una mamma che doveva partorire e che stava raggiungendo l’ospedale in auto, salvo essere costretta a fermarsi all’altezza della rotonda “Picchi” per le contrazioni: allertato il 118, vista la fretta di nascere del piccolo, la donna partorì direttamente in ambulanza. Ancora più curioso l’episodio avvenuto giusto un mese fa in camping di Cavallino-Treporti: una famiglia, proveniente dalla Germania, ha infatti dato alla luce all’interno della propria tenda un maschietto. In quell’occasione a chiamare il personale sanitario sono stati i responsabili della struttura con successivo trasferimento in ospedale di mamma e figlio. Una volta dimessi, l’intera famiglia ha proseguito la vacanza. Proprio su quest’ultimo parto, dall’Ulss 4 è stata lanciata una raccomandazione su quanto accaduto, invitando le future mamme a partorire sempre in una struttura ospedaliera dove troveranno tutta l’assistenza di cui avranno bisogno loro stesse e il proprio neonato e in caso di eventi imprevisti o emergenze contattare sempre il 118. 

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Il Gazzettino