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JESOLO - «Un nostro dipendente è rimasto senza informazioni e senza tampone dopo che gli è stato comunicato di essere stato a contatto con una persona positiva, per lui è stato impossibile anche tornare in hotel». Coda polemica per l'Ironman di Jesolo. Non c'entrano nulla le strade chiuse che tanto hanno fatto discutere nei giorni scorsi, il problema semmai è tutto legato a dei tamponi effettuati a parte degli operai e tecnici che hanno lavorato durante l'allestimento della gara. Un prassi normale visti i tempi e soprattutto in considerazione delle tante persone che hanno lavorato all'evento. A far discutere è la comunicazione data ad un operaio di una ditta di Verona, informato appunto dall'Azienda sanitaria del Veneto Orientale di «aver avuto» un contatto con una persona risultato positiva al Covid-19. Ed è stato da qui, secondo il racconto fornito dal titolare della ditta, che sarebbero nati i problemi mentre la stessa Ulss4, una volta informata della situazione, ha avviato delle verifiche interne per ricostruire quanto accaduto. «Un nostro dipendente martedì scorso - racconta il titolare della ditta veronese - è stato contattato dall'Ulss4 perché durante il lavoro a Jesolo ha avuto un contatto con una persona risultata positiva a un tampone fatto negli ultimi giorni. Per questo gli è stato detto che doveva effettuare una quarantena preventiva, a fronte di quella comunicazione il nostro dipendente ha fatto notare di essere residente a Verona e di trovarsi a Jesolo per lavoro».
LE PERIPEZIE
Il ragazzo infatti, che fino a ieri non aveva alcun sintomo, è stato infatti uno degli addetti alla logistica dell'evento e nei giorni di permanenza nel litorale aveva alloggiato in un hotel. «Quando ha ricevuto la comunicazione dell'Ulss prosegue il titolare della ditta stava concludendo il lavoro di cantiere, ragion per cui aveva già lasciato l'hotel mentre il resto dei nostri addetti era già rientrato.
Il Gazzettino