Covid e turismo. A Jesolo 100 hotel ancora chiusi

Covid e turismo. A Jesolo 100 hotel ancora chiusi
JESOLO Stagione ufficialmente al via, ma ancora con mille difficoltà. La città prova a rialzarsi e a lanciare un forte messaggio di speranza. A mancare però...

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JESOLO Stagione ufficialmente al via, ma ancora con mille difficoltà. La città prova a rialzarsi e a lanciare un forte messaggio di speranza. A mancare però sono sempre gli ospiti stranieri, soprattutto in questa parte di inizio estate che può dirsi praticamente compromessa. Austriaci, tedeschi e svizzeri sono arrivati, ma ovviamente non come in passato. Di certo l'arrivo dei primi turisti è stato un incoraggiamento per i tanti turisti che stanno ancora programmando la loro vacanza da luglio, mese che per molti dovrebbe far decollare la stagione.


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APERTURE MIRATE
Per il momento però le presenze continuano a rimanere concentrate soprattutto nei weekend, con i classici due giorni di overbooking salvo tornare alla normalità da lunedì. E con questa premessa sono almeno un centinaio gli hotel ancora chiusi, alcuni dei quali riapriranno direttamente nel 2021. A pesare è anche la scelta di alcune famiglie, proprietarie di più strutture ricettive nel litorale, che per il momento hanno deciso di razionalizzare le aperture, aprendo le porte solo di alcuni hotel ma con l'obiettivo di garantire sempre la piena occupazione nelle strutture aperte, riservandosi di aprire gli altri in caso di un'impennata di richieste. E se in molti continuano a indicare settembre come il mese del recupero, in sospeso c'è anche il destino per quegli hotel che lavorano soprattutto con i turisti provenienti dalla Gran Bretagna, un mercato che negli ultimi anni si è notevolmente consolidato rappresentando una fetta importante di presenze ma che ad oggi sono tutte sospese.

INCOGNITA INGLESE
Un'incertezza che rischia di pesare sull'andamento stagionale e che mette in bilico le aperture di diversi hotel. «A Natale spiega Maurizio Pivetta, titolare dell'hotel D'Annunzio, una delle strutture più apprezzate dagli ospiti britannici avevamo riempito l'albergo per tutta l'estate, a febbraio ci siamo ritrovati con un pugno di mosche in mano. Con l'apertura del lockdown ci sono state un'infinità di disdette, dire oggi cosa succederà tra due settimane per noi rimane un'incognita». Con molta probabilità tutto sarà più chiaro dal prossimo 15 luglio, quando la Gran Bretagna deciderà le modalità con le quali i propri connazionali potranno riprendere a viaggiare. «Se saranno autorizzati i viaggi all'estero, senza quarantena una volta tornati a casa aggiunge l'albergatore il turismo legato a questo mercato potrà riprendere, nel caso contrario sarà difficile. Sarà fondamentale poi capire come saranno i viaggi organizzati e i voli». Anche perché da tutte queste incognite dipende l'apertura della strutture. «Ad oggi l'unica certezza ribadisce Pivetta è quella di affrontare un momento di difficoltà. Non sappiamo se sarà possibile aprire, dipende molto della prenotazioni che riceveremo. Del resto la nostra è una struttura che da 40 anni lavora prettamente con la Gran Bretagna, tarando servizi e lo stesso concetto di ospitalità su questo mercato, pensare altri segmenti potrebbe non essere una buona soluzione. Non nascondo che registriamo un certo interesse, molti ospiti ci contattano per ribadirci la volontà di venire in vacanza da noi, alcuni ci dicono che sono disposti a fare il viaggio in auto pur di arrivare. Bisogna capire se ci saranno le condizioni e se ci sarà un sistema sostenibile. A nessuno piace vedere il proprio hotel chiuso, noi vogliamo crederci ancora». 

ANDAMENTO ALTALENANTE

A confermare l'andamento altalenante è anche Alberto Maschio, presidente dell'Associazione jesolana albergatori. «Continuiamo a registrare una grandissima presenza di ospiti nei fine settimana commenta con un calo costante dal lunedì. Si tratta di un andamento che proseguirà probabilmente anche per il prossimo weekend. Per luglio e agosto registriamo invece un buon interesse, tantissime richieste di informazioni e anche le prime prenotazioni per periodo prolungati. Di certo non è il caso di cantare vittoria, la situazione ci impone di affrontare il futuro con un cauto ottimismo». 
Giuseppe Babbo  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino