La protesta dei balneari, in 150 dalle coste venete a Roma: «Lo Stato ci indennizzi»

La protesta dei balneari, in 150 dalle coste venete a Roma
JESOLO - «Chiediamo che venga riconosciuto il valore delle nostre aziende». C'è chi è sceso a Roma in treno, chi ha organizzato un autobus e chi ha...

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JESOLO - «Chiediamo che venga riconosciuto il valore delle nostre aziende». C'è chi è sceso a Roma in treno, chi ha organizzato un autobus e chi ha viaggiato autonomamente in auto. C'erano anche oltre 150 operatori balneari della costa veneta ieri mattina a Roma alla Manifestazione nazionale organizzata da Sib (Sindacato italiano balneari aderente a Fipe Confcommercio) e dalla Fiba (l'associazione dei balneari di Confesercenti). Gli operatori sono arrivati un po' da tutto il litorale veneto, ovvero da Jesolo, Caorle, Chioggia e Rosolina in rappresentanza di tanti imprenditori che chiedono regole chiare per affrontare un tema che sta diventando giorno dopo giorno sempre più pesante. E non a caso gli operatori, circa 5 mila secondo gli organizzatori, si sono ritrovati in piazza Santi Apostoli con un unico obiettivo: esprimere il dissenso della categoria all'emendamento del governo al ddl Concorrenza che permetterà al Governo di varare una riforma sulle concessioni balneari e soprattutto di adeguarsi alla Direttiva Bolkestein dando il via alle gare pubbliche dal primo gennaio 2024.


IL NODO CONCORRENZA

Ma il problema, secondo i balneari, è tutto legato ai contenuti dell'emendamento che non garantirebbe più l'equilibrio tra la libera concorrenza e la legittima tutela dei diritti degli operatori balneari. A mancare sono infatti i criteri con i quali stabilire gli indennizzi per chi perderà i bandi ma anche il riconoscimento del valore commerciale delle aziende. Ma anche una disciplina transitoria che preveda tra l'altro un diritto di prelazione per il concessionario. «Abbiamo ribadito con forza la nostre tesi dice Alessandro Berton, presidente regionale di Unionmare - noi vogliamo il riconoscimento di quello che abbiamo prodotto in questi anni, ovvero del valore delle nostre aziende costruite con anni di sacrifici. Vogliamo avere la possibilità di continuare a fare il nostro lavoro».


IL PESO DELLE SPIAGGE

Nel caso del Veneto, è stata sottolineato anche il peso delle spiagge nel turismo regionale. «Nella nostra Regione prosegue Berton le spiagge rappresentano il 50% delle presenze, vanno tutelate. Non ci siamo mai sottratti al confronto, abbiamo già detto di essere pronti a partecipare alla gare, lo abbiamo già fatto, ma è giusto che le aziende vengano tutelate. Le nostre sono richieste di buon senso. Serve inoltre una declinazione territoriale del provvedimento perché la balneazione attrezzata in Italia è diversa, il provvedimento dovrà essere recepito dalle singole regioni». Sulla stessa scia Lorenzo Vallese, presidente regionale Fiba Confesercenti. «Chiediamo un'adeguata disciplina transitoria spiega - per pretendere il diritto alla proprietà aziendale, al riconoscimento dei beni materiali e immateriali e al legittimo affidamento. Con rammarico abbiamo infatti, assistito a una scelta del Governo diversa da ciò che era stato deciso. E' incomprensibile che, dopo il confronto con le forze politiche, le nostre richieste non siano state minimamente prese in considerazione. Auspichiamo quindi che nell'iter parlamentare di approvazione della riforma ci sia la possibilità di correggere il tiro, valorizzando i criteri che abbiamo già ampiamente condiviso a tutti i livelli istituzionali». Tanti parlamentari in piazza, sia di maggioranza che opposizione, mentre a sostenere i balneari è anche il presidente della Regione Luca Zaia: «Solo riconoscendo il valore aziendale dice il Governatore - e l'indennizzo degli investimenti ai concessionari uscenti si possono tutelare realmente le imprese storiche che hanno creato e contraddistinto l'offerta balneare di qualità, nazionale e della Costa Veneta».

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Il Gazzettino