Smart working e cambio di vita, a Jesolo è boom di residenti: +1513

Il centro balneare all'ottavo posto in Italia per saldo migratorio

Smart working e cambio di vita, a Jesolo è boom di residenti
JESOLO (VENEZIA) - I primi segnali si erano già manifestati nell'epoca pre-Covid, negli ultimi due anni però il fenomeno si è decisamente consolidato. E...

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JESOLO (VENEZIA) - I primi segnali si erano già manifestati nell'epoca pre-Covid, negli ultimi due anni però il fenomeno si è decisamente consolidato. E ad incidere sono stati due fattori: la possibilità offerta dallo smart working e la scelta di un radicale cambio di vita. Aumentano i residenti a Jesolo, che ora punta a diventare una città viva per tutti i mesi i 12 dell'anno. Tra i Comuni più piccoli in cui trasferirsi dalle metropoli c'è anche la città veneziana che, secondo una classifica pubblicata dal Sole 24 Ore, si è piazzata all'ottavo posto per la categoria con il miglior saldo migratorio, passato da 7,68 ogni mille abitanti nel 2019 a 10,77 nel 2021. Tradotto ci sono circa 10 nuovi abitanti ogni mille residenti. E per gli esperti questo rappresenta un dato importante, la conferma che a Jesolo si vive bene.


BILANCIO IN ATTIVO
Non a caso se al 31 dicembre del 2012 gli abitanti a Jesolo erano 26.054, oggi si registrano 26.713 residenti. Un saldo positivo maturato grazie al bilancio in attivo tra nuovi residenti e cittadini che invece hanno lasciato Jesolo per trasferirsi in altri Comuni o all'estero. Nel corso del 2021 sono state infatti 1.513 le persone che hanno spostato la propria residenza a Jesolo. Un dato che, anche in questo caso, rappresenta una nuova soglia massima. Negli ultimi 20 anni, solamente altre tre volte la città ha registrato un numero di nuovi residenti superiore a 1.000: nel 2008 con 1.008, nel 2016 con 1.005 e nel 2018 con 1.323. Sempre nel 2021, a lasciare Jesolo sono state invece 818 persone.


SCELTA DI VITA
Come detto la percezione iniziale era maturata durante il post lockdown del 2020, quando molte seconde case si erano aperte con lavoratori che avevano scelto di lavorare da remoto a due passi dal mare. E di conseguenza lontano dallo smog e dal caos delle grandi città. Il passo successivo è stato il trasferimento della residenza, perché terminato il lockdown e riconquistata una nuova normalità, in molti hanno scelto di trasferirsi a Jesolo, appunto come una nuova scelta di vita con meno ritmi frenetici e nuovi spazi da vivere. Ed è per questo che non è mancato nemmeno chi ha deciso di acquistare qui la propria casa, a dimostrazione del fatto che il mercato del mattone nel litorale continua a resistere e sembra davvero più forte della crisi.
Non a caso ora la vera sfida è quella di consolidare ulteriormente questa tendenza e di far diventare Jesolo una vera città. O meglio una smart city, come più volte ribadito dall'assessore all'Urbanistica. «Alla base di questo fenomeno spiega Giovanni Battista Scaroni c'è una constatazione semplice: a Jesolo si vive bene e la nostra città ha una forte attrattiva. Chi vive a Jesolo spesso non lo percepisce, ma all'esterno la nostra città continua a suscitare un forte richiamo. A livello di mercato immobiliare le richieste non mancano, attorno alla nostra città c'è un forte fermento». Ma se le richieste continuano ad arrivare, il punto di domanda riguarda sempre come continuare ad edificare in un Comune che ha negli ultimi trent'anni ha conosciuto una grande crescita a livello urbanistico. «Ci dobbiamo chiedere che tipo di città vogliamo diventare prosegue Scaroni . Noi non vogliamo continuare a costruire torri o quant'altro, ma puntiamo ad una città sostenibile e che sia in grado di crescere gradualmente. Abbiamo avviato il masterplan Jesolo2050: è un libro aperto che verrà completato dalla prossima amministrazione con il coinvolgimento di tutti. Dopo le chiusure imposte dalla pandemia, la gente cerca una nuova normalità e noi abbiamo la possibilità di trasformarci da località turistica a città, certo il passaggio dovrà essere graduale». E per farlo, soprattutto in maniera sostenibile, serviranno nuovi servizi. «Prima di tutto serviranno nuove scuole conclude Scaroni e nuovi spazi pubblici per la vera aggregazione sociale. E poi bisognerà mettere mano alla viabilità: c'è l'autostrada del mare che da sola non basta, dobbiamo riprendere l'idea della bretella di Jesolo Est che toglierebbe almeno l'11% di traffico dalla rotonda Picchi. Va valutato un nuovo collegamento con Cavallino-Treporti: su 10 auto, 6 vanno in quel Comune. Infine dobbiamo sognare in grande, pensando anche alla realizzazione di una linea sublagunare, nel nord Europa simili infrastrutture sono ovunque».


CRESCITA ECONOMICA
Non da meno l'aumento dei residenti potrebbe comportare una cresciuta anche economica. «Siamo di fronte ad un'opportunità quasi storica commenta Angelo Faloppa, presidente di Confcommercio San Donà-Jesolo . L'aumento dei residenti può dare maggiore soddisfazione a quelle attività che rimangono aperte anche nei mesi invernali, nonostante il volume d'affari diminuisca di molto. Riuscire ad aumentare gli abitanti significa poter diventare una città anche dal punto di vista commerciale, per noi è fondamentale. Ovviamente serve la massima attenzione: non chiediamo una nuova cementificazione o di costruire ancora, ma semplicemente di far diventare la nostra città ancora più bella, con nuovi spazi e maggiori opportunità per chi decide di lasciare la propria metropoli. La nostra deve essere una città vivibile per tutti, solo in questo modo sarà possibile continuare a consolidare la tendenza legata all'aumento dei residenti».


È su questo fronte che il presidente mandamentale dei commercianti chiede la massima attenzione alla qualità della vita. «Se vogliamo che Jesolo continui a crescere conclude Faloppa vanno rivisti i servizi offerti alle persone, che appunto devono essere da città, sapendo però rispettare l'attenzione per la qualità della vita. In tutto questo c'è poi una necessità che deve essere considerata una priorità assoluta: la viabilità. Se vogliamo continuare ad essere attrattivi verso l'esterno, vanno rivisti i collegamenti verso la costa, servono nuove infrastrutture».
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Il Gazzettino