VENEZIA - E’ già l’uomo dei sogni ma alla Reyer lo dicono sottovoce, scottati finora da una stagione non propriamente baciata dalla dea bendata...usando un...
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E qui la Reyer ha fatto davvero Bingo attirandosi l’ammirazione e l’invidia di un po’ di tutti.
Un colpo di teatro che ha molto poco di scenografico e invece tanto di "pratico" visto che Pargo è esattamente il tipo di giocatore che serviva alla Reyer per aprirsi finalmente quel mondo meraviglioso rimasto finora chiuso a chiave a causa di quella impasse tecnica che ha di fatto ingessato il gruppo guidato prima da Recalcati e ora da De Raffaele. Il problema? La mancanza di esterni esplosivi in grado di penetrare costringendo le difese avversarie a lavorare, ad abbassarsi e alla fine a concedere il lato debole sugli scarichi lungo l’arco dei tre punti, visto che prima o poi gli "aiuti" finiscono. Che è un po’ l’Abc del basket. Niente esterni esplosivi, niente spaziature, niente gioco: questa è stata la Reyer finora. Non è un caso che mercoledì sera al Taliercio, con l’esordio di Pargo, la Reyer contro Avellino sia riuscita per la prima volta quest’anno a prendersi almeno 10 tiri aperti, puliti, non forzati a prescindere che siano entrati o meno. E questo qualcosa vorrà pur dire. E ovviamente il buon De Raffaele gongola...«È straordinario e l’ha fatto subito vedere. Sembra che al posto delle gambe abbia una moto. Per le nostre esigenze un giocatore come Pargo è fondamentale perchè apre tanti scenari tecnici. E pensare che al momento è solo al 65-70 per cento della forma».
E il diretto interessato? «Perchè ho scelto Venezia? La ritengo una bella avventura, giocare i playoff è sempre stimolante e poi io voglio sempre vincere. Aiuterò la Reyer a farlo mettendomi a disposizione del gruppo ma anche giocando il mio basket. Qui ho trovato una buona organizzazione e un club che ha obiettivi importanti». E la Reyer non chiede altro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino