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TREVISO - «Erano oltre 5000 persone quel triste giorno, 25 anni fa. Hanno voluto accompagnarti come fossero tuoi fratelli verso la tua ultima meta. La famiglia Francescato ringrazia tutti per l’affetto che ci avete sempre dimostrato». Queste le parole con cui Rino Francescato ha voluto ricordare il fratello Ivan. Venticinque anni fa, ormai un quarto di secolo, la Treviso sportiva perdeva uno dei suoi simboli più acclamati: Ivan Francescato. Da allora è cambiato tutto, anche il campionato in cui gioca il Benetton. Perfino il rugby non è più uguale a prima. Uno dei pochi punti fermi è però il ricordo di Ivan, del suo talento, della sua forza, del suo animo selvaggio quando tra le mani aveva una palla ovale, davanti una linea di meta da raggiungere, avversari da superare e accanto compagni con cui condividere tutto. Ancora oggi gli appassionati, i testimoni di quell’epoca, si commuovono al suo pensiero. E non solo loro.
EMBLEMA
Ivan è stato un prodigio degli anni Novanta, il vero fuoriclasse di quella generazione che ha portato l’Italia nel Sei Nazioni.
IL SALUTO
Tra i ricordi più indelebili di quel gennaio del 1999 c’è il funerale di Ivan, celebrato il 22, un venerdì. Una folla immensa, forse più dei 5mila dati come stima ufficiale, invase la chiesa, il sagrato e la strada di San Giuseppe. La bara venne portata all’interno del tempio a spalle dai cinque fratelli Nello, Rino, Manuel, Luca e Bruno e dal compagno di squadra Piero Dotto, anche lui scomparso nel 2012. Ivan oggi riposa del cimitero di Santa Bona. Davanti alla sua lapide, immersa nel verde, un pallone ovale che, qualche tempo fa, qualcuno ha anche rubato pensando forse di sfregiarne la memoria. L’ovale è stato prontamente sostituito. Il ricordo di Ivan non potrà mai essere offuscato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino