Vidor. Marco e Silvia, i primi a completare il cammino sulle colline del Prosecco: «Borghi e scorci incredibili»

Un dislivello di poco meno di duemila metri per un cammino lungo cinquantuno chilometri che i due hanno percorso in quattordici ore

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VIDOR (TREVISO) - «Prendetevi il vostro tempo e andate a fare il giro delle nostre colline del Prosecco. Ne vale davvero la pena!». A parlare è Marco Mognon, classe 1963 di Vidor, da poco rientrato dall'essere stato il primo ad aver intrapreso e completato l'intero cammino che attraversa le zone Patrimonio dell'Unesco, partendo proprio da Vidor e arrivando a Vittorio Veneto. In compagnia dall'amica Silvia Guizzo, Marco ha percorso il sentiero ideato e inaugurato poche settimane orsono dal giornalista e guida, Giovanni Carraro: «Ero in Trentino per un camping quando ho letto la notizia e mi sono detto "Appena rientro, voglio provarlo" - racconta Mognon, autentico amante della montagna e istruttore di trekking -. Giovanni, che seguo da tempo nelle sue imprese, ha fatto un lavoro straordinario, mappando e collegando vari punti delle colline: grazie alle sue indicazioni, con quattro tappe previste, per tutta la via si ha un panorama di colori che cambiano di continuo».

Panorami spettacolari

Per coloro che temono di attraversare unicamente viti di Prosecco, l'avventuriero garantisce che «non ci sono solo vigneti, quelli si trovano solamente all'inizio. Proseguendo, si incontrano piccoli borghi e scorci di paesaggio davvero incredibili: dalle vette del Grappa e del Col Visentin alle vallate sottostanti con le spianate e la visuale sui laghi di Revine». Un dislivello di poco meno di duemila metri per un cammino lungo cinquantuno chilometri che i due hanno percorso in quattordici ore. Armati di scarponi e zaino, Silvia e Marco sono partiti mercoledì dalla piazza di Vidor alle 4,30 del mattino per arrivare 14 ore dopo nella piazza del Popolo di Vittorio Veneto: «È un'esperienza che consiglio a tutti, un'emozione che resta dentro - continua Marco -. Certo, bisogna essere un po' allenati e preparati, vestiti adeguatamente e ben attrezzati (magari muniti pure di una tenda se si desidera passare una notte fuori)». Da esperto dei monti e degli itinerari all'aperto, Mognon raccomanda di portare con sé molte scorte d'acqua e di essere sempre prudenti perché «in fondo, non si tratta di una gara, si può andare a passo lento per godere appieno l'esperienza. Ci sono dei punti più impegnativi, come le creste in zona Farra di Soligo o a Tarzo. Per chi è stanco, però, è sempre possibile "uscire" dal percorso per tornare a valle oppure per cercare ristoro e riposarsi in paese. In ogni caso, la bellezza dei paesaggi che si possono ammirare ripaga ampiamente della fatica che si ha addosso. È così che si ricaricano sia lo spirito sia le forze che consentono di andare avanti». I due hanno deciso di documentare la loro avventura con una serie di video che è ancora possibile vedere nella pagina Facebook "Marco Movimentoverticale Mognon". In uno di questi, proprio Marco racconta la sua filosofia nell'intraprendere queste avventure e consiglia a tutti di trovare un momento per concedersi una attività che piace. Non a caso, l'associazione di cui fa parte si chiama "Take your time" perché, come dice lui stesso, «la vera ricchezza non è il soldo che abbiamo in tasca, ma il tempo che dedichiamo a noi stessi. Lo abbiamo imparato soprattutto dopo l'emergenza Covid, dando maggiore importanza a ciò che ci interessa davvero. Per me, è il contatto con la natura e in questa occasione ho voluto assaporare tutto quello che mi poteva dare. Ed è a chi ha la mia stessa indole che dedico questa piccola impresa». Ad attendere i due al loro arrivo c'erano i genitori di Marco, Daniela e Roberto, provvisti (non poteva essere altrimenti) di una bottiglia di Prosecco e una fetta di anguria per festeggiare l'impresa. 

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Il Gazzettino