A Padova arrivano gli Springboks Ghiraldini: «L'Italia può farcela»

Ghiraldini placca Habana durante il test match del 2008 a Citta' del C
PADOVA - Sfidare gli Springboks nella propria città e in un stadio Euganeo esaurito. Roba da brividi nei sogni di un ragazzino, ma anche da grandi non si scherza. Lo sa Leonardo...

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PADOVA - Sfidare gli Springboks nella propria città e in un stadio Euganeo esaurito. Roba da brividi nei sogni di un ragazzino, ma anche da grandi non si scherza. Lo sa Leonardo Ghiraldini, tallonatore e uno dei leader di un’Italia che oggi all’Euganeo cerca nuove certezze sulla propria identità contro il Sudafrica, una squadra di un’altro pianeta, i numeri 2 del ranking mondiale, finora mai battuti.




Sfida interessante per voi della prima linea, con una testa di mischia sudafricana rimaneggiata. Servirà più tecnica o potenza?

«Un mix delle due. La mischia sudafricana è tra le migliori al mondo e non ha giocatori che si possano considerare rincalzi. Contro di noi schiereranno la prima linea dei Cheetahs che ha fatto vedere grandi cose».



Anche la loro touche è formidabile, ma l’Italia nei primi due test ha stupito.

«Con De Carli abbiamo lavorato con rigore e cura dei dettagli. Furno sta facendo bene, ha offerto nuove opzioni, così Parisse ha la mente più libera, anche se poi a conti fatti è quello che di touche ne ha rubate di più».



Se la mischia fa la sua guadagnando qualche punizione e la touche funziona, l’Italia potrebbe utilizzare il rolling maul. Ad Ascoli è stato efficace.

«In certe situazioni è uno dei mezzi che può metterli in difficoltà. Dovremo stare attenti però anche ai loro maul penetranti. Ma li abbiamo studiati a dovere, sappiamo come fermarli».



Conta solo vincere?

«È la cosa più importante e non firmerei per nulla di diverso. Però abbiamo bisogno anche di conferme e certezze sui nostri progressi».

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Il Gazzettino