Lui è di fede islamica: picchia la madre 17enne di suo figlio

Lui è di fede islamica: picchia la madre 17enne di suo figlio
UDINE  - Era solo una ragazzina e andava a scuola, ma già non poteva rispondere o inviare messaggini sms ai compagni di classe; doveva cancellare dal suo telefonino i...

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UDINE  - Era solo una ragazzina e andava a scuola, ma già non poteva rispondere o inviare messaggini sms ai compagni di classe; doveva cancellare dal suo telefonino i recapiti degli amici maschi; poi lui, che diceva di amarla, la picchiava con sberle e le sferrava pugni in faccia.


Una storia triste e penosa, tra due adolescenti che si erano innamorati ma la cui storia sentimentale poi è naufragata, tra botte e minacce. Lui, arabo, ha saputo poi di attendere un figlio da lei. E le cose, invece di migliorare, sono peggiorate. Perché i familiari del giovane, di fede islamica, sono entrati nel rapporto dei ragazzi, entrambi minori, tutti e due oggi di 17 anni, dando subito direttive: il nascituro avrebbe dovuto essere educato secondo i principi di quella religione mussulmana. Da lì, e siamo nel 2014, la situazione si complica, un po’ per gelosia, un po’ per interferenze parentali, un po’ per culture diverse.


Lei, friulana, continua a essere vessata, insultata, maltrattata, umiliata. Ci sono problemi anche con il nome da dare al nascituro, che viene alla luce in una situazione complessa: nome islamico o nome occidentale? Una lotta. Poi un tentativo di far pace, con feste, incontri, tra parenti. Ma non va. L’uno non comprende l’altro, in seno a uno scontro di culture diverse e di tanta violenza e sopraffazione. Il ragazzo-padre arriva a minacciare di morte lei, e a dirle che il bambino se lo porterà via. Lei non ce la fa più e chiede aiuto. Scappa. Scendono in campo i servizi sociali, i carabinieri, e viene avviata un’indagine, curata dai militari dell’Arma su delega della Procura dei minori di Trieste. Ieri, lunedì 18 aprile, dopo 2 anni, l’esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare con obbligo di permanenza in casa a carico del ragazzo, emessa il 12 aprile scorso dal Gip. Il mediorientale è ritenuto responsabile di atti persecutori nei confronti della sua ex fidanzata, giovane mamma con un passato già di grande sofferenza, apostrofata anche come prostituta da chi pensava volesse solo amarla, per tutta la vita.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino