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PADOVA - Si va verso l'aumento dell'addizionale Irpef e, l'anno prossimo, le famiglie padovane potrebbero pagare, mediamente, 27 euro in più. Ad aprire all'ipotesi di rincaro del tributo comunale che passerebbe dall'attuale 0.7% allo 0,8% - è stato il sindaco Sergio Giordani. Rispondendo a una domanda sull'intenzione della Regione di reintrodurre l'addizionale, il primo cittadino ha fatto chiaramente capire che, anche a palazzo Moroni, si sta valutando l'ipotesi di rivedere l'aliquota. «Secondo me il ragionamento che si sta facendo in Regione è giusto e penso proprio che faremo qualcosa anche noi: so bene che è antipopolare, però toccare i redditi più alti con l'Irpef per aiutare le persone più fragili lo trovo in questo momento abbastanza corretto ha scandito Giordani - questa è una mia opinione personale, non ne abbiamo ancora parlato a livello di Consiglio o di Giunta comunale, ma credo sia doveroso ricavare dei soldi per dare una mano a chi ha problemi».
DIBATTITO APERTO
Sulla questione, a intervenire è stato anche l'assessore ai Tributi Antonio Bressa. «É comprensibile che in questa situazione il sindaco apra una riflessione sull'addizionale Irpef visto il bisogno di coprire i maggiori costi dovuti al caro energia e la necessità di continuare ad erogare i servizi essenziali per i cittadini padovani ha detto l'assessore - un dibattito che si è aperto anche in Regione e in altre città italiane, tutte alle prese con la necessità di far quadrare i conti. Chiaramente l'auspicio è che un prossimo intervento dello Stato possa risolvere alla radice il problema ed è quello che insieme ad Anci stiamo chiedendo».
«In ogni caso ha concluso l'esponente Dem - è importante ora razionalizzare il più possibile la spesa prevista per il prossimo anno e considerare ogni scenario, sapendo che il sistema dell'addizionale Irpef padovano mette comunque a riparo i ceti più deboli che ne sono esenti».
Ma quanto inciderà questo rincaro sulle famiglie padovane? Calcolando che la platea sottoposta a questo tributo (circa 91.500 persone) dichiara in media circa 27.000 euro all'anno, l'esborso è destinato a passare dagli attuali 189 euro all'anno a 216 euro (27 euro in più). Trattandosi però di un tributo parametrato sul reddito, le medie hanno senso fino a un certo punto. Per capire meglio la portata del rincaro, infatti, è più utile far riferimento a fasce di reddito diversificate. Partendo praticamente dal minimo, un contribuente che dichiara 16.000 euro passerebbe dagli attuali 112 euro annui a 128 euro. Passando a un reddito medio, 50.000 euro, i numeri si fanno un po' più impegnativi: da 350 euro a 400 euro. Se si arriva a redditi decisamente più alti, 250.000 euro, le cifre diventano importanti: da 1.750 euro a 2000 euro. Per i pochi che possono contare una dichiarazione da 1 milione di euro si va ancora più su: da 7000 a 8000 euro.
LA POLEMICA
In serata è scoppiato lo scontro politico con l'intervento dell'ex candidato sindaco del centrodestra Francesco Peghin: «Aumentare le tasse ai cittadini? Lo troverei francamente scandaloso soprattutto dopo avere, e non mi stancherò mai di ripeterlo, deliberato il raddoppio degli emolumenti a se stesso e a tutta la giunta. Il Marchese del Grillo (io sono io e voi non siete un c) continua ad essere il principale ispiratore dell'agire dell'amministrazione di centro sinistra».
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Il Gazzettino