ROVIGO - «Non immaginavo nemmeno lontanamente che potessero accadere cose di questo genere contro la mia congiunta. Mai una parola al riguardo e sul suo corpo non...
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La donna va a trovare l’anziana parente all’Iras anche più volte alla settimana, ma in nessun caso ha immaginato che fosse sottoposta a quelle violenze registrate dalla Squadra Mobile nei due mesi di intercettazioni ambientali. Le otto donne e l’uomo che mercoledì mattina sono stati sospesi dal lavoro e che, oltre al quasi certo licenziamento, rischiano grosso in ambito penale, hanno offeso e umiliato alcuni anziani non-autosufficienti del cosiddetto “nucleo arancione”.
«La mia parente – racconta la signora – non mi ha mai detto nulla di questi maltrattamenti, nemmeno una parola che mi avesse fatto almeno capire quello che avveniva lì dentro, per questo io non ho mai pensato potessero accadere cose simili. L’unica cosa me l’ha detta venerdì, quando mi ha detto frasi confuse come “lo pago io l’avvocato” o “facciamo il processo”».
RETTA MENSILE
La retta che lei e la famiglia sono chiamati a pagare è di circa 1.600 euro, a cui riescono a far fronte grazie alla sovvenzione del Comune, perché altrimenti, con la sola pensione dell’anziana, non riuscirebbero. «Se abbiamo pensato di spostare in un’altra struttura? Non so nemmeno come potremmo fare – spiega – perché possiamo mantenerla lì solo grazie al Comune». Il direttore generale Luca Avanzi ci ha tenuto a sottolineare come in questa situazione anche l’Iras ne esca danneggiata, dal momento che quei maltrattamenti sono stati perpetrati da “alcune mele marce che non rispecchiano il modo in cui si lavora in questo ente”, usando le sue stesse parole, precisando inoltre che al termine del già avviato procedimento disciplinare, quelle persone molto probabilmente saranno licenziate in tronco. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino