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ROVIGO - Il futuro dell'Iras è una preoccupazione per tutti e i sindacati, in ansia per le sorti dei circa 200 lavoratori, hanno chiesto e ottenuto un incontro con il sindaco Edoardo Gaffeo e con il commissario straordinario dell'Iras Ezio Zanon, in prorogatio, che si dovrebbe tenere già oggi.
La situazione dell'estenuante partita sul destino di Casa Serena è complessa, ma non senza vie d'uscita. Anche se tutte le strade comportano scelte difficili e conseguenze non lievi. In primis per le casse comunali, che rischiano di essere schiacciate dalla massa debitoria che il ritorno integrale di Casa Serena nelle mani di Palazzo Nodari comporterebbe. Senza contare il rischio che il grande stabile di via Bramante diventi un nuovo ex Maddalena, svuotato di ogni servizio e attività. Dall'altra parte c'è il debito che schiaccia l'Iras e che lo potrebbe portare alla liquidazione, con il rischio di perdere tutto: la possibilità di ridurre il debito, i servizi, i posti letto e i posti di lavoro. Cercare un equilibrio fra i due piatti di questa bilancia è difficile, però non impossibile. Ma non può essere solo una partita a due, è necessario che tutti facciano uno sforzo. Del resto si tratta di una vicenda che si trascina da ormai quasi un decennio.
TEMPI STRETTI
La variabile che continua inesorabilmente a cambiare è il fattore tempo, che ora pare davvero agli sgoccioli.
LA DELUSIONE
Maisto ribadisce il rammarico. «La pazienza è colma. Dopo ben 6 anni di commissariamento da parte della Regione, non abbiamo a tutt'ora avuto in mano alcun piano industriale e men che meno alcuna iniziativa votata al miglioramento dei servizi. Se poi guardiamo il tergiversare da parte comunale, anche in questo caso dopo il commissario prefettizio, la parentesi dell'amministrazione Bergamin, nulla si è avuto nemmeno con la gestione dell'attuale sindaco. Molte volontà di esprimere intenti e progetti forse condivisi con la Regione e spesso dati di prossima realizzazione, ma alla fine il conto per il personale piange ed è pari a nulla. I numeri sono impietosi e hanno visto in questi anni focalizzare l'attenzione delle autorità coinvolte solo sul centro di costo, a debito, di Casa Serena, che viaggia su un disavanzo di gestione di 500mila euro l'anno anche per via dell'occupazione interna a meno della metà dei posti letto disponibili. Amara, per non dire fortemente critica, la situazione che si sta profilando per l'ente, per le maestranze e naturalmente per gli stessi ospiti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino