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ROVIGO - Il sindaco Edoardo Gaffeo ha una nuova soluzione per Casa Serena: le ruspe. Dopo aver rifiutato la proposta di cedere gratuitamente Casa Serena all’Iras per il suo salvataggio nel 2019, quando il commissario straordinario era Rodolfo Fasiol, dopo aver ritenuto impercorribile la proposta formulata a inizio 2022 dal nuovo commissario di Iras Ezio Zanon di riprendersi metà struttura e salvare Iras con 2 milioni per la chiusura transattiva della convenzione, e dopo aver elaborato, con la commissaria Tiziana Stella, un complesso piano che prevedeva la realizzazione di un polo sociosanitario, con spazi utilizzati dall’Ulss per i centri diurni, per i corsi di laurea in scienze infermieristiche, uno studentato e appartamenti domotizzati per non autosufficienti, poi rivelatosi dopo mesi e mesi di lavoro insostenibile economicamente e non condiviso, ora la proposta è buttar giù tutto.
IL CONFRONTO
È stata avanzata ieri in una burrascosa riunione dei capigruppo è stata sostanzialmente di “investire” 1,6 milioni per l’abbattimento di Casa Serena e con gli altri 1,6 “convincere” la Regione a eliminare il vincolo esistente dalla struttura con una transazione con l’Iras. Quella che era stato detto che non si poteva fare.
CONSIGLIERI
«Fosse caldo penserei a un colpo di sole - commenta il capogruppo Pd Nello Chendi - non so come l’abbia pensata, su che base. Intanto qualche dirigente avrà cambiato idea sulla transazione e nell’abbattimento avrà ravvisato l’interesse pubblico che era stato detto che mancava alla transazione che avevamo proposto il 4 luglio. Se vuole si può riprendere quel discorso. Della demolizione in maggioranza non ne abbiamo mai parlato, non so da dove esca questa idea difficile anche da definire, visto che viene buttata lì a casaccio, senza analisi, con milioni sparati come se fossero noccioline. Quale dirigente ha detto che va abbattuta? Ma poi, seppur da ristrutturare, se fino a pochi mesi fa era abitata, non è possibile che non abbia un valore, visto anche che il Comune ha pagato fior di milioni il Maddalena? E siamo sicuri che nessuno la voglia comprare?».
Se Damiano Sette della Lista Menon si è detto allibito dell’idea di buttar giù una struttura adibita all’assistenza degli anziani in una città sempre più vecchia, Mattia Maniezzo del gruppo misto ha detto: «Il sindaco ha voluto forzare la mano quando abbiamo fatto una proposta per salvare l’Iras pubblico, è voluto andare allo scontro giudiziario mettendosi contro anche la sua maggioranza: ora ne pagherà le conseguenze». Il 13 dicembre, infatti, è attesa la sentenza del Tar.
Il capogruppo della Lega Michele Aretusini parla di «una proposta che se non fosse tragica farebbe ridere, fumo negli occhi dei cittadini per provare a salvare la faccia su una vicenda nella quale la faccia l’ha persa orma da tempo, cercando di abbattere il simbolo del proprio fallimento amministrativo con una proposta ovviamente inaccettabile, tirata fuori solo pensando alle difficoltà che dovrà affrontare nella prossima campagna elettorale. Perché in sei mesi, a differenza di quanto aveva detto in consiglio, il sindaco non ha mai nemmeno tentato un’interlocuzione con la commissaria Stella e con l’assessore regionale Lanzarin? Perché in questi mesi non ha speso mezza parola per i lavoratori, per gli anziani e ora la sua preoccupazione è solo immobiliare?». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino