ROVIGO - «Ritenuto che l’adozione e l’esecuzione della delibera possa comportare conseguenzialmente elementi perniciosi per l’ente, sia sotto il profilo...
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La proposta della Regione
Dunque? «Dunque – risponde senza esitazione l’assessore regionale a Sanità e sociale Manuela Lanzarin - torniamo a quella che era la richiesta iniziale della Regione: che vengano riconosciuti i 3,1 milioni che il Comune ha accantonato da tempo per la risoluzione della convenzione su Casa Serena: in questo modo riusciamo a sbloccare l’anticipazione di cassa e dare corso al piano di risanamento già varato che permette all’Iras, tutto a San Bortolo, di rimettersi in sesto e garantire un presidio cittadino di servizi per gli anziani, salvaguardando l’occupazione. Perché l’Iras, senza la zavorra di Casa Serena e con il saldo stralcio dei debiti, può davvero volare. Ma il termine del 30 maggio per noi è perentorio, perché il piano di risanamento è già stato assestato ed ha validità solo in un quadro temporale definito. Non possiamo continuare a cambiare le carte in tavola ai creditori. Poi, non è necessario che i 3,1 milioni vengano subito erogati, perché c’è il prestito regionale, ma serve il riconoscimento del Comune».
Salvataggio Iras
L’assessore Lanzarin rimarca che «l’obiettivo della Regione è sempre stato il salvataggio di Iras, sul quale abbiamo investito energie e risorse, anche con la delibera di anticipazione di cassa, che fra l’altro il Comune ha impugnato al Tar. Quello che mi fa specie è apprendere oggi che non è sostenibile per il Comune una proposta che è arrivata dal Comune stesso e sulla quale si lavora da mesi. È stato il Comune, infatti, ad ipotizzare l’accordo di programma per legare la risoluzione della convenzione ed il pagamento della somma dovuta per gli ammortamenti degli investimenti al progetto per il recupero di Casa Serena. Noi abbiamo accettato tutte le richieste fatte dalla municipalità, dall’impegno di Ater al cambio di destinazione d’uso, fino alla dismissione delle cucine, perché sembrava che non si potesse aspettare tre mesi. Abbiamo fatto non so quanti incontri, senza contare le riunioni in Prefettura, e non smetterò mai di ringraziare il Prefetto per l’impegno con cui ha seguito questo percorso».
Come la tela di Penelope
Percorso che ha conosciuto fasi alterne e ripetuti colpi di scena. Quando tutto sembrava fatto, come la tela di Penelope, tutto è stato poi smontato. Il caso più eclatante, a febbraio, quando già era stata indicata nell’8 marzo la data della possibile firma congiunta dell’accordo. «Il Comune ha proposto un piano ambizioso e complesso - chiosa l’assessore - sul quale la Regione ha sempre la dato disponibilità. Però ora sentire che per il Comune non è sostenibile ha dell’inverosimile. Cosa abbiamo fatto in tutti questi mesi? Di cosa abbiamo parlato? Ma a me non interessa il passato, interessa il futuro, per cui mi rivolgo al Comune e chiedo di tornare alla soluzione iniziale: salviamo San Bortolo, che è una realtà sana, con capienza piena, 280 posti letto e 200 lavoratori, e non facciamo voli pindarici sulla ristrutturazione di Casa Serena. La Regione sarà ancora presente per dare un futuro a Casa Serena, ma ora è necessario dare un futuro all’Iras. Sempre che il Comune lo voglia». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino