Ippopotamo del Monte Cesen. Il Comune di Valdobbiadene si muove verso l'adozione

Ippopotamo Monte Cesen, si attiva il Comune di Valdobbiadene
VALDOBBIADENE (TREVISO) - Ippopotamo del Cesen, si muove l'amministrazione comunale di Valdobbiadene. Il sindaco Luciano Fregonese ha raccolto l'appello lanciato...

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VALDOBBIADENE (TREVISO) - Ippopotamo del Cesen, si muove l'amministrazione comunale di Valdobbiadene. Il sindaco Luciano Fregonese ha raccolto l'appello lanciato per tutelare il bosco di faggi e pini che forma un pachiderma visibile anche dall'autostrada A4 e dalla laguna. Un punto di riferimento caro alla gente delle colline, balzato al centro delle cronache per la sua originalità. Tra quelli che curano il bosco, Angelo Zennaro, volontario che sfalcia l'area verde di una parte del bosco che forma una delle zampe dell'ippopotamo. A lanciare l'appello per far sì che il bosco mantenga la sua particolarità anche in futuro è stato Cesare De Stefani dell'osteria senz'oste, consapevole di un patrimonio di ricordi e affetti cresciuto in un angolo delle colline Unesco.

Il sindaco

L'amministrazione comunale presieduta da Luciano Fregonese accoglie l'appello per tutelare quel luogo sul versante sud del monte Cesen. «Per quanto riguarda la tutela del bosco, e dell'ippopotamo - chiarisce Fregonese - quello che oggi posso dire è che condivido personalmente l'importanza che ha nell'immaginario la forma del bosco, e, ancorché ad oggi non siano previste delle forme di tutela per legge, l'amministrazione sta cercando di aprire un iter, un percorso, coinvolgendo i vari enti preposti, per capire come si può valorizzare e far sì che questa forma rimanga nel tempo. Ovviamente fatti salvi gli interventi necessari per la manutenzione del bosco, la sicurezza idraulica, la pulizia degli scoli dell'acqua. Quindi, magari, non attraverso vincoli, ma attraverso delle buone pratiche, che si possono anche formalizzare a livello comunale, per far sì che la necessaria manutenzione del bosco, delle prese, che viene sempre fatta, da Angelo Zanotto e altri che tengono i prati e i boschi della montagna con cura, si integrino con la conoscenza della montagna». Un esempio che ora deve diventare regola. «Bisogna portare avanti queste buone pratiche, che finora sono state lasciate alla buona volontà delle persone, in maniera volontaria e autonoma, attraverso un protocollo - ribadisce Fregonese - Uno strumento non vincolante per far sì che tutto il lavoro, con i suoi frutti, di tante persone che si sono date da fare lassù per decenni a tutela dell'ambiente, continui e sia perpetuate nel tempo. Colgo l'occasione per ringraziare le persone come Angelo Zanotto e tutti quelli che si sono spesi in queste decadi in maniera volontaria per tutelare i boschi e i prati che sono cari a tutti». Quello che è certo è che questa figura - che sembra essere stata disegnata per essere vista da molto lontano con la sua lunghezza di 930 metri (da testa a coda) e i 300 metri dalla base delle zampe alla schiena - rimarrà un punto di riferimento ben preciso, ad indicare anche a chi arriva da lontano che le colline del Conegliano Valdobbiadene si trovano proprio sotto il suo pancione. E così, a dispetto delle nuove tecnologie, basterà seguire la sagoma visibile in ogni stagione per approdare alle colline del Prosecco, patrimonio dell'Umanità riconosciuto dall'Unesco. Chi sa che un giorno non ne diventi la mascotte
 

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Il Gazzettino