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PORDENONE - Alberi di frutta che rischiano di impazzire e i cereali che si gonfiano ma senza sostanza. Non è un film dell'orrore, neppure uno di quelli del tipo Day after. No, è quello che sta rischiano una parte dell'agricoltura friulana se dovesse continuare anche per i mesi a venire questo caldo anomalo. Anche se a spezzarlo dovesse esserci solo qualche giorno di freddo.
I FRUTTETI
Sono due i rischi che stanno correndo le piante da frutto di cui è ricco il Friuli Venezia Giulia in diversi terreni. Il primo è legato al caldo anche durante il periodo invernale. Già, perchè la pianta ha bisogno delle variazioni meteo per regolare il suo orologio interno. L'avvio del freddo, appunto, serve per lasciar cadere le foglie e rigenerarsi con tutto l'organico presente nel terreno. Un passaggio naturale. Se il freddo non arriva, oppure non dura a sufficienza, la pianta non capisce (nel vero senso della parola) che è il momento di riposare e continua il suo ciclo produttivo.
I CEREALI
Sono meno vulnerabili rispetto a una pianta da frutto, ma il caldo anticipato, senza un intermezzo più o meno lungo di freddo, fa correre rischi anche a mais e soia i principi (come quantità) delle culture regionali. Il fatto è che con temperature elevate anche nel periodo invernale, i cereali continuano a crescere anche quando dovrebbero, invece riposare. La crescita, però, è innaturale e comporta il fatto che il seme si ingrandisce ma è senza sostanza anche se il termine non è certo tecnico. Il morale è che peserà molto meno e quindi il raccolto sarà decisamente minore. Ultima preoccupazione, ma non certo per importanza, la presenza di più parassiti. Il gelo, infatti, uccide gran parte delle larve dannose che poi mettono a rischio i prodotti agricoli. L'assenza di freddo, invece, contribuisce a stimolare un numero e una varietà di specie sempre maggiori.
L'ASSESSORE
Stefano Zannier, responsabile regionale delle Politiche agricole, per ora non si sbilancia. Ha raccolto le preoccupazioni per il futuro della stagione delle associazioni di categoria che si stanno già muovendo, ma getta acqua sul fuoco. «Allo stato - spiega - quello che rischia di essere l'inverno più caldo della storia regionale non sta creando problemi reali perchè siamo in una stagione di mezzo. Quali possono essere gli effetti più avanti se dovesse continuare così, dovremo valutarli. Di sicuro non saranno positive. Quello però che mi preoccupa di più in questo momento è la scarsità di piogge e soprattutto di neve. Persistendo questa siccità e senza precipitazioni forti, in primavera sarà estremamente complicato gestire da un punto di vista idrico la prossima stagione agricola».
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Il Gazzettino