Invalido a causa di un'infezione presa all'ospedale, risarcimento da mezzo milione di euro

Sala operatoria (foto di archivio)
SAN DONÀ - Invalido a causa di un'infezione presa durante la degenza in ospedale, riesce ad ottenere un risarcimento di oltre mezzo milione di euro dall'Ulss...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

SAN DONÀ - Invalido a causa di un'infezione presa durante la degenza in ospedale, riesce ad ottenere un risarcimento di oltre mezzo milione di euro dall'Ulss 4. La vicenda è del 2015, ma ieri il Tribunale di Venezia si è pronunciato a favore di un imprenditore di San Donà di Piave, assistito dall'avvocato Franco Zorzetto, condannando l'Azienda sanitaria del Veneto Orientale, al maxi-risarcimento.

L'INFEZIONE
I fatti risalgono al settembre 2015, quando C.C., all'epoca 55enne, imprenditore nel campo dell'edilizia, venne ricoverato all'ospedale di San Donà di Piave e, successivamente, in quello di Jesolo per i postumi di una caduta accidentale. È proprio durante questi ricoveri, dunque, che l'imprenditore ha contratto il virus. Il Tribunale di Venezia, con l'ausilio dei consulenti e specialisti nominati d'ufficio, ha accertato la natura nosocomiale dell'infezione contratta dal sandonatese: un'infezione da germe esogeno del paziente, imputabile a imperizia, imprudenza, negligenza del personale dell'azienda sanitaria per mancata osservanza di linee guida e buone pratiche mediche. «Non solo spiega l'avvocato Zorzetto in una nota La sentenza imputa al personale ospedaliero ulteriori inadeguatezze attinenti alla diagnosi e alla cura dell'infezione per un'insufficiente somministrazione terapeutica antibiotica».

INVALIDITÀ RICONOSCIUTA
Il perché della decisione dell'uomo di adire a vie legali è legato alla conseguenza dell'infezione, ovvero a ciò che ha dovuto poi patire. «Le conseguenze dell'infezione spiega ancora il legale sono state gravissime per il signor C.C., che si è dovuto sottoporre, nell'aprile 2017, a un delicato intervento chirurgico, durato oltre 12 ore, per la sostituzione della valvola cardiaca con un'altra protesi biologica, nel reparto di cardiochirurgia dell'ospedale di Treviso». Quindi, dovendo convivere con una grave invalidità permanente, l'imprenditore ha deciso di contattare lo Studio legale dell'avvocato Zorzetto per ottenere il risarcimento dei danni, che ora hanno ricevuto un primo ristoro dell'importo di oltre mezzo milione di euro.

AZIENDA CONDANNATA


«La condanna dell'Azienda sanitaria commenta il legale giunge al termine di un procedimento a cognizione sommaria che ha consentito di arrivare in tempi contenuti alla conclusione di questa prima fase della vicenda giudiziaria». A breve è atteso anche il pronunciamento della Corte d'Appello di Venezia, dinanzi alla quale la difesa dell'imprenditore sandonatese ha impugnato la decisione del Tribunale per chiedere il riconoscimento di ulteriori e maggiori danni. Nel frattempo, l'Ulss ha pagato quanto stabilito.
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino