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SAN DONÀ - Invalido a causa di un'infezione presa durante la degenza in ospedale, riesce ad ottenere un risarcimento di oltre mezzo milione di euro dall'Ulss 4. La vicenda è del 2015, ma ieri il Tribunale di Venezia si è pronunciato a favore di un imprenditore di San Donà di Piave, assistito dall'avvocato Franco Zorzetto, condannando l'Azienda sanitaria del Veneto Orientale, al maxi-risarcimento.
L'INFEZIONE
I fatti risalgono al settembre 2015, quando C.C., all'epoca 55enne, imprenditore nel campo dell'edilizia, venne ricoverato all'ospedale di San Donà di Piave e, successivamente, in quello di Jesolo per i postumi di una caduta accidentale. È proprio durante questi ricoveri, dunque, che l'imprenditore ha contratto il virus.
INVALIDITÀ RICONOSCIUTA
Il perché della decisione dell'uomo di adire a vie legali è legato alla conseguenza dell'infezione, ovvero a ciò che ha dovuto poi patire. «Le conseguenze dell'infezione spiega ancora il legale sono state gravissime per il signor C.C., che si è dovuto sottoporre, nell'aprile 2017, a un delicato intervento chirurgico, durato oltre 12 ore, per la sostituzione della valvola cardiaca con un'altra protesi biologica, nel reparto di cardiochirurgia dell'ospedale di Treviso». Quindi, dovendo convivere con una grave invalidità permanente, l'imprenditore ha deciso di contattare lo Studio legale dell'avvocato Zorzetto per ottenere il risarcimento dei danni, che ora hanno ricevuto un primo ristoro dell'importo di oltre mezzo milione di euro.
AZIENDA CONDANNATA
«La condanna dell'Azienda sanitaria commenta il legale giunge al termine di un procedimento a cognizione sommaria che ha consentito di arrivare in tempi contenuti alla conclusione di questa prima fase della vicenda giudiziaria». A breve è atteso anche il pronunciamento della Corte d'Appello di Venezia, dinanzi alla quale la difesa dell'imprenditore sandonatese ha impugnato la decisione del Tribunale per chiedere il riconoscimento di ulteriori e maggiori danni. Nel frattempo, l'Ulss ha pagato quanto stabilito.
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Il Gazzettino