Pensava a un'intossicazione, giovane mamma stroncata dal male

Pensava a un'intossicazione, giovane mamma stroncata dal male
CHIONS - Dopo un calvario di un mese, una madre di tre bambini è morta per un tumore fulminate al midollo. Il cuore generoso di Angela Picone, 39 anni, di Chions, non ce...

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CHIONS - Dopo un calvario di un mese, una madre di tre bambini è morta per un tumore fulminate al midollo. Il cuore generoso di Angela Picone, 39 anni, di Chions, non ce l'ha fatta: ha smesso di battere nella tarda mattinata di ieri all'Ospedale di Pordenone dov'era ricoverata da una settimana.

I familiari sono distrutti. Il marito, Antimo, è affranto dal dolore: «È terribile e disumano. Stava organizzando la festa per la Comunione della primogenita, Deborah - racconta -, che si terrà a maggio. Aveva già ordinato le bomboniere, voleva una bella festa, con un'atmosfera allegra, tanto che aveva pensato di anticipare la cerimonia con gli invitati, familiari e amici».
C'erano i momenti di sconforto, quando il suo corpo veniva debilitato dalle cure. E in questi momenti diceva: «Ma perché sta capitando tutto a me? Devo lottare per i miei bambini». Non c'era una risposta, ma il marito Antimo, la mamma Silvana, il fratello e la suocera, la supportavano con amore e dolcezza. Una mamma che adorava i suoi bambini, viveva per loro, attenta, buona e generosa. In questo mese di malattia le è stata vicina mamma Silvana, tanto che per aiutare i bambini si era trasferita nella sua casa.
Tutto è iniziato nel gennaio scorso con una stanchezza e qualche dolore, tanto che i famigliari pensavano ad una intossicazione. Poi quelle analisi e il responso nefasto. Era stata ricoverata all'ospedale di Padova, dove aveva iniziato una terapia e ce la stava mettendo tutta per reagire, la sua forza erano i suoi bambini, ma la malattia non le ha lasciato scampo e nel giro di poche settimane l'ha strappata alla vita.

Angela aveva lavorato in una cooperativa di pulizie, mentre il marito è operaio e lavora a Maniago. Si erano trasferiti a Chions cinque anni fa dal sud, lei di Palermo, lui di Caserta. Con i sacrifici avevano comprato una casa in via Diaz e si erano inseriti bene nella laboriosa comunità locale. Ieri nell'abitazione c'è stato un via vai di parenti e amici, genitori della scuola e insegnanti che increduli e sbigottiti hanno commentato: «Come si fa ad accettare? Troppo dolore...». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino