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PONTE DI PIAVE - «Ci vuole un sorriso quando le difficoltà sembrano insormontabili, quando ci si sente persi, quando le emozioni bloccano lo stomaco. Ci vuole un sorriso per accettare ciò che non si può cambiare». Sono le parole riportate sulla targa scoperta ieri durante la cerimonia di intitolazione del Palazzetto dello Sport a Sara Anzanello. Sara è l’indimenticata campionessa di volley, vincitrice con la nazionale azzurra anche di un mondiale, che si è spenta a 38 anni per malattia il 25 ottobre 2018. La targa è stata scoperta dal sindaco Paola Roma insieme ai genitori di Sara, Walter e Nicoletta.
LA FAMIGLIA
«Non possiamo tornare indietro, quello che è stato è stato, ma la giornata di oggi ci dà la dimostrazione di tutto il bene che ha fatto Sara e della bella persona che era. La presenza delle sue amiche del cuore, che è stata veramente una grande sorpresa, ci ha emozionato tantissimo - hanno detto commossi i genitori - Sembra che Sarà sia qui, che non se ne sia mai andata.
IL RICORDO
E alle ex compagne di squadra, guidate dall’ex centrale dell’Imoco Volley Raffaella “Raffa” Calloni che ha ricordato Sara con parole cariche d’emozione. «Sara aveva sempre un sorriso per tutti, era la prima a dare forza alla squadra, ricordiamo la sua energia e voglia di vivere. Per noi è emozionante l’intitolazioe del palazzetto». Il sindaco Paola Roma: «La giornata di oggi vuole simboleggiare un po’ l’uscita dal tunnel, grazie a Sara e alla sua voglia di combattere e al suo amore per la vita. Ringrazio chi ha collaborato in questi mesi in questo centro vaccinale. I sanitari dell’Usl, i sindaci, i volontari (1.498 per 9.560 ore di lavoro). Le parole di Sara sono state affisse in entrata a beneficio di tutti quelli che entreranno in questo palasport: la ricorderemo attraverso una scultura, due mani aperte, quasi un inno alla vita». Lo scoprimento è stato allietato dalle note del pianoforte donato dai familiari al comune di Ponte e suonato dal maestro Roberto Brisotto. Il prefetto Maria Rosa Laganà: «Siamo in un luogo destinato allo sport. E Sara era una donna di sport, si è impegnata e si è sacrificata per questo. E anche quando non aveva più risorse per se stessa, riusciva a darle agli altri. Fino alla fine Sara è riuscita a dare un messaggio di speranza. Questo stabile, dopo la parentesi che abbiamo vissuto, torna alla sua naturale destinazione. Tutti sono riusciti a fare squadra e a superare questo difficile momento lavorando e impegnandosi per la comunità». Il direttore Usl Francesco Benazzi: «Grande il lavoro da parte degli operatori sanitari in questo territorio, ma un grande grazie va ai volontari, straordinari: ci hanno accompagnato, aiutato e supportato in ogni momento. Grazie al sindaco Roma e alla comunità di Ponte».
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Il Gazzettino