Usato nuovo farmaco pediatrico per sindrome di "intestino corto": è la terza volta in Italia

Teduglutide usato per la terza volta in Italia
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TRIESTE - Il reparto di gastroenterologia dell'Irccs materno infantile «Burlo Garofolo», diretto dalla dottoressa Grazia Di Leo, ha recentemente utilizzato il farmaco innovativo Teduglutide, prescritto finora solo in altri due casi pediatrici in Italia e approvato solo recentemente dall'Aifa, su un bambino di soli otto anni. Lo rende noto l'Istituto, spiegando come la possibilità di intraprendere questo trattamento sia «una grande opportunità lungo la strada per individuare soluzioni che permettano ai pazienti di superare una sindrome così invalidante». L'intestino corto, che colpisce un centinaio di pazienti in tutta Italia, è una sindrome dovuta a malformazioni intestinali congenite, anomalie della motilità intestinale e resezioni dell'intestino e normalmente è curata attraverso la nutrizione parenterale domiciliare (nutrizione quotidiana che avviene attraverso una vena profonda).

La terapia farmacologica con il Teduglutide può permettere la sospensione della nutrizione venosa ed essere un'alternativa al trapianto di intestino. «Finora in Italia - chiarisce Di Leo - sono stati trattati solo un paio di bambini, tutti di età maggiore del bimbo curato da noi e tutti in centri pediatrici italiani super affermati. Solo pochi centri autorizzati in Italia possono prescrivere questo farmaco e seguire l'iter clinico del piccolo paziente. Il trattamento con il Teduglutide permette la crescita dell'intestino in tutte le sue parti e funzioni con possibilità di interrompere la nutrizione parenterale o di riduzione dei giorni di trattamento. Siamo fieri - conclude - di poter avviare i pazienti a una cura che rappresenta una sinergia fra cura, ricerca, innovazione medica ed esperienza clinica nel campo di patologie rare e difficili anche in età pediatrica». L'eccezionalità di questo traguardo, secondo quanto spiegato dagli esperti della gastroenterologia dell'Irccs, è legata al fatto che il 15-20 % dei bambini con sindrome dell'intestino corto è destinato alla nutrizione parenterale per il resto della sua vita, tecnica che può causare complicanze.

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Il Gazzettino