VENEZIA - Il ministro dei Trasporti convocherà il Comitatone sulle grandi navi a Venezia entro la fine di luglio. E le Compagnie da crociera si sono dette disponibili a dare...
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E non decidere significa decidere che le crociere abbandonano Venezia, sostiene Trevisanato.
«Non siamo ancora a questo punto. Il mio Ministero continua a sentirsi con le compagnie, probabilmente anche più volte di quanto faccia la Vtp. Non hanno bisogno che dal primo gennaio 2016 sia pronto il canale Contorta, o un’altra alternativa che verrà scelta dal Comitatone non da me, ma devono conoscere al più presto quale sarà la decisione definitiva sulle grandi navi. Quindi anche se arriverà ad ottobre, siamo ancora nei tempi. Non accettano l’indecisione atavica italiana: ma mi pare che questo Governo stia dimostrando il contrario».
Non sarà lei, dunque, a dover fare la scelta del progetto migliore?
«No di certo, era stato stabilito che fosse il Comitatone e così sarà».
Le compagnie, dunque, sono disposte a contribuire economicamente alla realizzazione dell’alternativa al bacino di San Marco e al canale Giudecca?
«Sono disponibili a dare contributi. La crocieristica è una risorsa non solo per Venezia ma per tutto il Paese, e dall’altro lato le compagnie devono comprendere che il passaggio delle grandi navi davanti alla Basilica non funziona più, ogni volta ormai è una protesta tanto che ne risente l’immagine di Venezia nel mondo».
Il comitato tecnico costituito dopo il primo Comitatone di aprile ha deciso qualcosa?
«Ha valutato la fattibilità dei progetti in campo. E mi risulta che quello più autorevole continua ad essere il Contorta, anche se mi auguro che la Valutazione di impatto ambientale - che dev’essere pronta prima dell’inserimento del progetto in Legge Obiettivo - venga fatta anche su un altro paio di alternative come il canale retro Giudecca».
E Marghera? E i progetti per un porto fuori della laguna?
«La maggior parte delle proposte sono o non praticabili o comportano tempi troppo lunghi. A detta dell’Autorità portuale veneziana l’unica soluzione praticabile e realizzabile in due anni è il Contorta. Verifichiamone a fondo anche altre due ma non perdiamo ulteriore tempo».
La Marittima, dunque, non è in discussione.
«Non perdiamo di vista i dati assodati. Per l’immediato l’approdo finale si chiama Marittima, previsto del resto dal decreto Clini-Passera che tutti i soggetti competenti a Roma e a Venezia hanno deciso di far applicare appieno. A lungo termine, invece, si può pensare anche alla valorizzazione di Marghera».
Lei dice che le compagnie sono in grado di attendere ancora ma è vero che aspettavano una risposta per il 30 giugno scorso.
«Il percorso che era stato individuato di comune accordo è molto semplice e chiaro; e prevede di approdare al Comitatone che farà la scelta definitiva. Purtroppo la contrapposizione tra Autorità portuale e sindaco ha allungato i tempi. Ad ogni modo, ripeto, non abbiamo impiegato sei mesi e organizzato decine di incontri per non arrivare a un risultato. Presto sarà realtà, e si conformerà a una serie di evidenze incontrovertibili: il turismo da crociera non deve andare via da Venezia ma la situazione attuale non può continuare, anche se abbiamo già raggiunto risultati notevoli con il trasferimento dei traghetti a Fusina: non è più pensabile di far passare navi da 150 mila tonnellate davanti a San Marco, e d’altro canto non è pensabile che il turista abbia la netta percezione di non essere ben accolto. Il turismo è una risorsa per l’intero Paese e allo steso tempo la tutela dell’ambiente è un bene anche nell’interesse dei turisti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino