Zaia: «Cortina-Venezia in due ore, ma l'aeroporto è utile comunque»

L'aeroporto di Asiago è il modello suggerito da Zaia per Cortina
Presidente Luca Zaia, la viabilità rimane uno dei più grandi interrogativi sulle prossime Olimpiadi, come intervenire prima che sia troppo tardi? ...

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Presidente Luca Zaia, la viabilità rimane uno dei più grandi interrogativi sulle prossime Olimpiadi, come intervenire prima che sia troppo tardi?

«Non possiamo pensare di promuovere le Olimpiadi a prescindere dalla connettività di Cortina con il resto del mondo. Un collegamento che deve essere sostenibile e ragionevole. Abbiamo vinto con il nostro dossier perché abbiamo indicato che dal punto di ricovero degli atleti ai campi di gara non serviranno più di venti minuti. Ma il tema di come farli arrivare quassù rimane».

E le strade non bastano?
«Il miglioramento viabilistico vede tra le opere strategiche la variante di Longarone. Si deve riuscire a collegare Venezia e Cortina in meno di due ore. Questo è l’arco temporale accettabile per un ospite internazionale. Se riusciamo a migliorare la viabilità facciamo questi chilometri in modo agile. Da Venezia a Pian di Vedoia sono 45 minuti se in altri 45 siamo a Cortina siamo perfetti».

Beh si può ancora migliorare, via cielo.
«Un’elisuperficie è un obbligo non una facoltà, elisuperfici funzionali con gli elicotteri che arrivano e possono andare via in velocità. È impensabile che alle Olimpiadi tutti vadano su in macchina, anzi diversificare i mezzi di trasporto ci permetterebbe di essere più efficienti. Nel 2026 non avere elisuperficie è impensabile».

E poi c’è la questione aeroporto, il Comune è contrario alla riapertura di Fiames, lei come la vede?
«Massimo rispetto per le scelte del Comune. Figuriamoci se posso andare contro. Per Cortina sarebbe tuttavia la ciliegina. L’aviosuperficie permetterebbe di chiudere il sistema. Io non sono convinto che un’aviosuperficie, costruita nel posto giusto, poi servirebbe a far andare i turisti in Val Badia. Dobbiamo superare questa mentalità. Basta con il complesso di inferiorità».

C’è un modello a cui ispirarsi?
«Bruno Zago ha resuscitato un "cadavere eccellente", l’aeroporto di Asiago: 22mila presenze all’anno. E quelli vanno ad Asiago per andare ad Asiago. C’è gente facoltosa in grado di andare in molte località. Comprendo fino in fondo le preoccupazione dei residenti e me ne guardo dagli ingressi a gamba tesa. Ma se mi si chiede un opinione non trovo fuori posto ragionare su aviosuperficie a Cortina».

Il sindaco Ghedina martedì, sul palco allestito dagli industriali, parlava di Dobbiaco lei cosa ne pensa?
«Avere altre località fuori Cortina mi sembra fuori scala. Il vip che ha l’aereo a sei posti o nove posti se sceglie Cortina è perché vuole andare a Cortina. Questi miliardari sono un target a cui dobbiamo puntare».

Ma ha un suggerimento da dare sull’area?
«Non in una discarica. È un vizio italiano pensare che possano essere relegati ai margini. Uno deve arrivare in un posto bello non in un contesto di archeologia industriale valorizzata. Si può e si deve puntare ad un’elisuperfice rispettosa dell’ambiente. Utile anche all’antincendio boschivo».

Sulla questione treno delle Dolomiti invece sembra impossibile trovare una quadra sul percorso che vada bene a tutti.
«Ho lasciato libertà al territorio ma credo che il rispetto passi attraverso la responsabilità. Come previsto sono stati proposti più tracciati in conflitto. Ma ci sta che una provincia che non è popolosa si divida in comunità. Facciamo fare una valutazione tecnica oggettiva».

Ma lei ha un tracciato preferito?
«Il governatore non ha un tracciato preferito. Se riuscissimo a fare qualcosa per le Olimpiadi sarebbe un bel risultato. Utile sia ai cittadini che ai visitatori se è panoramico».

Ma deve essere pensato più per i turisti o per i residenti.

«La vera sfida è sovrapporre le due cose e si può fare. A Rio de Janeiro vai con il tram giallo: c’è la gente con la spesa e i turisti. Fare un tracciato tutto in galleria non ha alcun senso». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino