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MOTTA DI LIVENZA - «Ero sul lettino con il camice verde, quasi all'ingresso della sala operatoria per un intervento che attendevo da un anno e mezzo. Poco prima di uscire dalla mia stanza d'ospedale hanno fermato tutto. Un membro dell'equipe medica era in sciopero e dopo aver operato tutta la mattina, si sono fermati. Ora non so quando mi opereranno». Daniele Carrer, 58 anni, dipendente di un locale supermercato, ha un grave problema alla caviglia e fatica a lavorare in piedi. Per questo, ormai da tempo, ha deciso di farsi operare: era in attesa di una protesi. Dopo tanti mesi e parecchia sofferenza, lunedì della scorsa settimana era stato ricoverato in un noto ospedale di Bologna. Martedì nel primo pomeriggio, verso le 14, sarebbe entrato in sala operatoria. Gli interventi come il suo erano proseguiti per tutta la mattina. Ma proprio sul lettino, quasi in corsia, un medico gli ha detto: «Niente operazione, qualcuno nell'equipe farà sciopero. Mi spiace, ma deve tornare a casa».
LA DELUSIONE
Lo racconta lui stesso, basito di quanto accaduto in settimana. «Da tempo ho un problema alla caviglia e per questo ho chiesto di essere operato in questo nosocomio bolognese, uno dei più importanti in Italia in ortopedia.
L'ANNUNCIO
E poi, però, l'annuncio che un membro dell'equipe medica avrebbe osservato lo sciopero. «Non conosco il motivo. Fatto sta che ero già in camice verde pronto per entrare in sala operatoria. Mi hanno fatto tornare in camera e rivestire. Con la stampella sono uscito dall'ospedale e col taxi ho raggiunto la stazione ferroviaria. Tra l'altro a causa dei treni in ritardo ho perso pure una coincidenza. Una giornataccia». Non si sa quando potrà essere operato, «la sala operatoria è programmata fino al 4 marzo, poi mi comunicheranno la data. Anche i medici dell'ospedale si sono scusati con me. Non ho capito perché la mattina sono stati eseguiti gli interventi e il primo ad essere mandato a casa sono stato io. Non so se sia normale. Per me no di certo».
Il Gazzettino