Interporto, «Il collegamento Pordenone-Duisburg deve ripartire». Vitale per l'export

L'assessore Amirante lavora alla ripresa della linea. "Tante aziende hanno investito". Stazione elementare, una fumata grigia

Interporto, «Il collegamento Pordenone-Duisburg deve ripartire». Vitale per l'export
PORDENONE - È partita la missione per provare a riattivare il collegamento ferroviario tra Pordenone e Duisburg, in Germania. E quindi per salvare le tante aziende che...

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PORDENONE - È partita la missione per provare a riattivare il collegamento ferroviario tra Pordenone e Duisburg, in Germania. E quindi per salvare le tante aziende che proprio su quel convoglio avevano investito (in molti casi cifre certamente non irrisorie) per portare le proprie merci nel cuore dell'Europa. È stata dedicata principalmente a questo aspetto di natura emergenziale la visita che ieri ha visto protagonista all'Interporto di Pordenone l'assessore regionale alle Infrastrutture, Cristina Amirante.

Il nodo

L'azienda privata Hupac, protagonista numero uno dello scalo dell'Interporto, ha sospeso il treno per Duisburg a tempo attualmente indeterminato. La decisione, nota da settimane, ora vede scendere in campo la Regione. Primo perché si tratta di un collegamento chiave, dal momento che unisce due delle aree maggiormente produttive di tutto il Continente; secondo per tutelare gli interessi delle tante aziende che proprio su quel convoglio avevano investito capitali importanti. «La chiusura della linea per Duisburg - ha spiegato l'assessore Cristina Amirante - è un fatto molto preoccupante. I portatori di interesse della logistica hanno manifestato la loro inquietudine soprattutto per quanto riguarda il volume degli investimenti che ora senza il collegamento sono a rischio. È necessario un grande approfondimento per provare in tutti i modi a riattivare la tratta da Pordenone a Duisburg, ci sono aziende che quel treno lo riempivano».


L'altro tema

Una seconda partita riguarda la richiesta - ancora non messa nero su bianco - di far rientrare nell'assestamento di bilancio regionale anche i finanziamenti per la cosiddetta stazione elementare, cioè quel collegamento diretto tra l'Interporto e la direzione Udine-Pordenone che porterebbe ad un netto taglio dei tempi di manovra dei treni, che ora sono costretti a fermarsi alla stazione passeggeri per poi invertire la marcia e arrivare finalmente all'Interporto. Su questo tema, però, Amirante è stata chiara: prima Interporto dovrà presentare un piano quinquennale dei propri investimenti, poi si potrà parlare di quali e quanti finanziamenti regionali ottenere o mettere in campo. «Al momento - ha fatto notare sempre l'assessore regionale alle Infrastrutture - deve ancora essere realizzata la famosa asta di manovra. Fino a quel momento non si potrà parlare di assestamento». La Regione ha invece stanziato, nell'assestamento in approvazione a luglio, la somma di 600 mila euro per consentire all'Interporto di Pordenone di ampliare la piattaforma della Motorizzazione civile destinata alle prove per gli autoarticolati.


La novità più importante di qualche settimana fa riguardava l'inserimento nel piano di Rfi della cosiddetta stazione elementare, chiamata ad una funzione determinante, cioè quella di togliere dallo scalo passeggeri di Pordenone i treni merci provenienti da Udine e diretti all'Interporto. Il lavoro messo nel paniere dalla società Rfi comprende infatti anche la "bretella" che consentirà ai convogli provenienti da Udine di accedere direttamente all'Interporto. Oggi le cose non stanno così, dal momento che i treni merci devono arrivare fino alla stazione passeggeri, invertire la marcia e poi raggiungere il polo logistico. «Un'operazione, quella annunciata da Rfi, che ci consentirà di crescere fino a 180mila Uti (container, nel gergo logistico) ogni anno». Nei piani di Interporto intanto c'è già la possibilità di arrivare a quota 100mila anche senza la stazione elementare. «Ora dovrà partire la seconda operazione - aveva spiegato l'amministratore delegato De Paoli - che consisterà nel reperimento delle risorse. Speriamo in un ruolo anche da parte della Regione». Da questo punto di vista, però, c'è ancora tanto lavoro da fare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino