Tangenti a Santa Maria di Sala, il procuratore Cherchi: «Le intercettazioni sono state fondamentali»

Il pm Bruno Cherchi durante la conferenza stampa
VENEZIA - L'attesa ora è tutta per venerdì e sabato, quando il giudice per le indagini preliminari Antonio Liguori ha fissato gli interrogatori di garanzia degli...

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VENEZIA - L'attesa ora è tutta per venerdì e sabato, quando il giudice per le indagini preliminari Antonio Liguori ha fissato gli interrogatori di garanzia degli indagati. Ci sarà anche il sostituto procuratore, Federica Baccaglini, che ha coordinato le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo. Un primo passaggio importante per un'inchiesta che potrebbe avere ulteriori sviluppi. Gli inquirenti si aspettano novità dalle perquisizioni di questi giorni, ma anche da possibili collaborazione da parte degli indagati.


I TEMPI
Il blitz, va detto, è arrivato con un enorme ritardo rispetto ai primi accertamenti. Basti pensare che la prima richiesta di misure cautelari da parte della Procura risale al marzo 2021, integrata nell'agosto successivo. Mentre l'assegnazione al gip Liguori risale al febbraio 2022. Tempi lunghi, anche per la giustizia, probabilmente legati alle drammatiche carenze di organico che hanno colpito proprio l'ufficio gip di Venezia. Ma ora che gli arresti sono stati eseguiti, gli investigatori si attendono una ripartenza. E molto dipenderà dalla collaborazione degli indagati, ma anche da possibili nuove testimonianze. Come quella dell'architetto di Pianiga che nel 2019 si è rifiutato di versare la tangente, ha registrato il colloquio con i due politici, e di fatto ha fatto partire gli accertamenti.


Questione sollevata, già lunedì, nel corso della conferenza stampa sia dal procuratore capo Bruno Cherchi, che dal generale dei carabinieri Nicola Conforti. Quest'ultimo aveva rivolto un vero e propri appello a «replicare interventi virtuosi» come quelli dell'architetto. Ieri Cherchi è tornato sull'importanza della collaborazione dei cittadini onesti: «I tempi non sono consoni, è vero, ma quando c'è qualcuno che non accetta questi sistemi, i risultati arrivano da un punto di vista penale». Il procuratore ha poi ribadito l'importanza delle intercettazioni: «Senza non avremmo fatto nulla. Con le sole parole del cittadino non saremmo andati da nessuna parte. Le intercettazioni sono assolutamente necessarie. L'impressione è che certe volte si giochi più sulle parole, estrapolando. Accade anche con il ministro Carlo Nordio». Per Cherchi il nodo non è sulle intercettazioni, ma su «valutazione ed equilibrio da parte dei magistrati. Servirebbero regole, non facili da stabilire. Ma se ci fossero sono convinto che non ci sarebbero problemi».
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Il Gazzettino