Si intasca 50mila euro dello zio ricoverato in casa di riposo: amministratore di sostegno a processo

Il caso è finito davanti al giudice del tribunale di Treviso
CORDIGNANO - Doveva amministrare il patrimonio dello zio, ricoverato in casa di riposo. Peccato che in cinque anni siano spariti quasi 50mila euro. Un gruzzolo che un 56enne...

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CORDIGNANO - Doveva amministrare il patrimonio dello zio, ricoverato in casa di riposo. Peccato che in cinque anni siano spariti quasi 50mila euro. Un gruzzolo che un 56enne si sarebbe intascato indebitamente, in barba al mandato di usare il denaro per garantire al parente le spese mediche di cui aveva bisogno. L’uomo è finito a processo con l’accusa di peculato visto che avrebbe commesso il reato in qualità di tutore, ovvero pubblico ufficiale. Secondo la ricostruzione della Procura il 56enne, difeso dall’avvocata Lorenza Secoli, avrebbe alleggerito il contro dello zio 71enne di quasi 50mila euro. Per la precisione 49.939,21 euro nell’arco di cinque anni: dal 2013 al 2018. Come? Attraverso una serie di prelievi di contanti e diversi addebiti che però nulla avrebbero a che fare con le spese mediche a favore dello zio. Quei soldi, a detta del pm, venivano usati per altro, con buona pace dell’anziano che li aveva accantonati per la vecchiaia. Finché il bubbone è esploso e tutti quegli ammanchi sono stati segnalati alla Procura. La vittima, residente in una casa di risposo di Cordignano, si è costituita parte civile con l’avvocata Caterina Zanini, che ne è il protutore legale. 


IL PRECEDENTE

Quello approdato ieri mattina in tribunale non è un caso isolato. La settimana scorsa un’altra amministratrice di sostegno è stata condannata a due anni di reclusione, sempre per peculato. La 64enne si era intascata la pensione dell’anziana a cui doveva fare da tutrice. Un bottino da 10mila euro. I fatti erano accaduti a Castelfranco Veneto, dove abitava l’anziana, dalla fine del 2015 al febbraio 2017. La protagonista è una familiare della vittima, che molti anni prima aveva deciso di trasferirsi a casa della signora e del marito di quest’ultima. La convivenza si era svolta senza problemi, fino a quando all’anziana venne diagnosticata una grave forma di demenza senile. La donna ha perso progressivamente la memoria e non è più stata in grado di badare a se stessa. La 65enne è stata quindi nominata amministratrice di sostegno: il suo compito era quello di occuparsi di tutte le spese di cui c’era bisogno, oltre che continuare a prendersi cura della parente. Invece quei 10mila euro li aveva usati per spese personali come shopping e pedaggi autostradali.

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Il Gazzettino