Venezia. Pallavolista dodicenne insultata in campo da uno spettatore per il colore della pelle

CONEGLIANO La pallavolista Paola Egonu, italiana nata da genitori nigeriani vittima di insulti razzisti
VENEZIA - Se l’è tenuto dentro fino alla fine della partita, soffocando le lacrime che poi, in spogliatoio, non è più riuscita a trattenere. Un dolore...

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VENEZIA - Se l’è tenuto dentro fino alla fine della partita, soffocando le lacrime che poi, in spogliatoio, non è più riuscita a trattenere. Un dolore grande per una ragazzina di appena 12 anni, in campo con le compagne per una partita del campionato di pallavolo femminile nel Veneziano. Voleva giocare la sua gara, ma a bordo campo ha trovato solo insulti per il colore della sua pelle. Che le hanno fatto male. Tanto male.


LA DENUNCIA
«Un fatto inaudito, la nostra società intende fornire il massimo supporto all’atleta ed alla famiglia per individuare il responsabile ed agire in ogni sede possibile per evitare il ripetersi di casi simili» hanno denunciato ieri dall’Urban Volley, la società nata l’anno scorso dall’unione di Miranese Volley, Volley Salese e F229 Volley Project di Mira, che conta 650 atleti. Tutto si è svolto domenica scorsa in una palestra della provincia di Venezia (non precisata per tutelare la minore) dove l’Urban Volley era ospite. È il turno di battuta e tocca alla dodicenne: la ragazza si posiziona oltre la linea di fondo campo per alzare la palla ma dal pubblico, posizionato a poca distanza, un uomo inizia ad insultarla. «Negra di m... negra di m...». Una, due, tre volte, a voce alta tanto che viene sentito anche dalle compagne di squadra, ma non fino alla panchina o dagli arbitri. Lei, di fronte a quell’adulto (solo dal punto di vista anagrafico) resiste, guarda le compagne, si concentra sulla partita. Ma poi, a fine match, la ferita aperta da quell’offesa inizia a sanguinare.

«Si era tenuta tutto dentro - racconta Alessandro Pietrobon, dirigente della società - In spogliatoio la ragazza ha iniziato a piangere, nessuno capiva il motivo. Poi, un po’ alla volta, ha spiegato cos’era successo, e le compagne hanno confermato di aver sentito quell’uomo che la offendeva». Il pubblico però era già andato via, e domenica non è stato possibile risalire all’identità di quel tifoso. «Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) è venuta da noi la madre della ragazza per raccontarci tutto e per dirci che sua figlia è ancora sotto choc. La famiglia è intenzionata a presentare denuncia e noi saremo accanto a loro perché episodi come questo non devono accadere - prosegue il dirigente dell’Urban Volley -. Faremo di tutto per trovare quella persona. Intanto, abbiamo già segnalato la vicenda alla Fipav, la Federazione italiana di pallavolo».


«SCIOCCATI»


Non solo. L’Urban Volley ha diffuso ieri pomeriggio anche un duro comunicato per rendere pubblica la vicenda. «Siamo tutti scioccati dal fatto, gravissimo, e possiamo solo lontanamente comprendere quanto lo sia lei, e quanti danni e quanto dolore queste frasi le stiano provocando - si legge nel post pubblicato sulle pagine Facebook e web della società di pallavolo -. Urban Volley è con lei e lo sarà sempre, perché difendere questa ragazza è difendere la libertà, chiedere il rispetto, accettare le differenze, valorizzare le qualità di tutti i nostri atleti, nessuno escluso».


Una vicenda che non può non far tornare alla mente il caso di Paola Enogu, campionessa di pallavolo nata a Cittadella da genitori di nazionalità nigeriana, che giusto un anno fa, in un’intervista che fece scalpore sostenne che il razzismo è ancora ben presente in Italia. «Se mio figlio sarà di pelle nera, vivrà tutto lo schifo che ho vissuto io - aveva detto Enogu -. Se dovesse essere di pelle mista, peggio ancora: lo faranno sentire troppo nero per i bianchi e troppo bianco per i neri». Una visione catastrofica perché, forse, il problema non è il razzismo, ma gli idioti che continuano a farsi sentire. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino