Insulti razzisti all'arbitro, stangata al Riva Malcontenta: squalifiche per tre giocatori

gli spogliatoi del Riva Malcontenta: l'arbitro è uscito scortato dalla polizia
MESTRE - «Condotte discriminatorie, ingiuriose e irriguardose nei confronti del direttore di gara, sia da parte di singoli giocatori che del pubblico della squadra Riva...

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MESTRE - «Condotte discriminatorie, ingiuriose e irriguardose nei confronti del direttore di gara, sia da parte di singoli giocatori che del pubblico della squadra Riva Malcontenta». Le parole sono del giudice sportivo di Venezia, l’avvocato Elena Barellas, e sono il prologo alla sentenza che chiude il caso scoppiato domenica mattina durante la partita della categoria Under 17 tra il Riva Malcontenta e il Vfc Venezia, quando l’arbitro Marjan Gega - 23 anni, albanese, veneziano e arbitro della sezione Aia di Venezia - ha fermato in anticipo la contesa per gli insulti razzisti dalle tribune. «Torna a casa con un gommone», la frase che lo ha spinto a dire basta. Una frase che al Riva Malcontenta è costata una stangata dalla giustizia sportiva.


LA DECISIONE
Partita persa a tavolino (0-3), 200 euro di multa, diffida, quattro giornate di squalifica per un giocatore (una giornata per l’espulsione dal terreno di gioco più tre per gli insulti) e tre giornate a testa ad altri due giocatori non espulsi dal campo, tutte motivate con gli insulti verso il direttore di gara. E ancora l’inibizione fino al 31 gennaio 2022 per il dirigente Nicola Sbardella, accusato di aver inseguito l’arbitro nel suo spogliatoio. A loro si aggiungo le squalifiche di altri due calciatori rispettivamente a due e una giornata, ma legate solo a falli di gioco e che nulla hanno a che fare, secondo il referto, con quanto accaduto.
Nel prendere la sua decisione il giudice sportivo ha ricalcato il referto arbitrale spiegando come la situazione sia diventata insostenibile al 35esimo del secondo tempo. Dopo la terza espulsione tra i padroni di casa del Riva Malcontenta, il direttore di gara era stato attorniato da alcuni giocatori della stessa squadra mentre l’atleta espulso, allontanandosi dal campo, incitava - così si legge nel comunicato della sezione di Venezia della Federccalcio - il pubblico a offendere l’arbitro. Lo stesso facevano alcuni suoi compagni spingendo l’arbitro a fischiare la fine e prendere la strada degli spogliatoi trovandosela bloccata con «un fare minaccioso» dall’assistente dell’arbitro della squadra di casa, Nicola Sbardella, che aveva poi inseguito il direttore di gara nel suo spogliatoio. Una volta chiusa la porta, l’arbitro chiamava la polizia.
RIFLETTERE
A sentenza emessa è arrivato anche il commento di Michele Gottardi, presidente sezione aia di Venezia: «Le sentenze si accettano sempre - ha detto - ma credo che al di là della sentenza che riconosce quanto scritto dall’arbitro, credo vadano isolati questi fatti e impongano una reazione a quanti stanno zitti pensando di non essere coinvolti, non è così. Bisogna reagire sempre. Per noi l’episodio è finito, andiamo avanti, ci sono tante partite e tanti ragazzi che vogliono fare bene».
IL RIVA

«Prendiamo atto delle sanzioni nei confronti di giocatori e dirigenti - hanno spiegato dalla società - Riteniamo che alcuni dei fatti riportati non siano corrispondenti alla realtà accaduta, smentiamo categoricamente l’inseguimento o il trattenimento in spogliatoio del direttore di gara, così come gli insulti di stampo razzista. Ci scusiamo con l’arbitro per gli insulti generici e prendiamo le distanze da questo. A livello interno faremo riunioni per prendere provvedimenti nostri nei confronti dei ragazzi e del dirigente». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino