Godega di Sant'Urbano. Sperona due pattuglie e si ferisce in diretta social. Protesta folle sulla A28

Mezz'ora di panico fra Pordenone e Godega, 26enne a 30 all'ora paralizza la circolazione. Accuse sul caro vita

La protesta della 26enne in autostrada
PORDENONE/TREVISO - Si erge a paladina contro il caro vita e inscena una protesta che blocca il traffico in autostrada. Con un cartello appeso al lunotto della sua Ford Fiesta...

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PORDENONE/TREVISO - Si erge a paladina contro il caro vita e inscena una protesta che blocca il traffico in autostrada. Con un cartello appeso al lunotto della sua Ford Fiesta percorre la A28 Portogruaro-Conegliano a trenta all'ora, sperona due auto della polizia e, al culmine del suo gesto ribelle, si taglia le vene. Il tutto in diretta Instagram. Prima di essere accerchiata da tre pattuglie della polizia stradale, allo svincolo di Godega di Sant'Urbano, e portata in ospedale, con un braccio sanguinante eppure ostinata nel suo grido di ribellione contro un governo che non fa che spremere: «Non posso fermarmi, ci state uccidendo! Vi pulite il c. con le nostre vite. Basta!». Protagonista della mezz'ora di lucida follia, andata in scena ieri pomeriggio tra Pordenone e Godega è Pamela I., una 26enne di origine bulgara. La sua sfilata a passo d'uomo è durata più di 20 chilometri, seminando il panico per il rischio di tamponamenti a catena.

Protesta folle in diretta social

La giovane lavora in Amazon come driver, ha un profilo Instagram con pochi post ma 8mila follower e sulla carta risulta residente a Codroipo. Ma un tetto sopra la testa non ce l'ha: «Ogni sera mi chiedo dove dormirò e io sono tra quelli più fortunati - spiega nel cartello di protesta attaccato alla macchina -. Se non è in quest'auto devo pagare almeno 50 euro a notte, tutto ciò pure col ciclo e non avevo dove lavarmi. Mi sento umiliata dal mio governo. Chiedete contratti a tempo indeterminato, affitti e consumi in aumento continuo. Ci state uccidendo! Basta!». Così scatta la protesta: la 26enne la annuncia sabato sera nelle stories di Instagram. Nel giorno del suo 26esimo compleanno decide di perorare la causa degli oppressi dal caro vita e dei giovani precari: «Sto restando senza soldi e non ho niente da perdere - confessa nella stanza da bagno di un hotel -. Voglio fare questa cosa per tutti: vado ai 30 all'ora da Pordenone a Milano, a trovare un amico». Poi l'invito ai follower: «Chi vuole si aggiunga», con la promessa di «non dare fastidio a nessuno, ma solo rallentare il traffico perché meritiamo attenzione».

L'inseguimento

Il piano scatta verso le 13: il cartello è già incollato all'auto, fino a coprirne la targa. Parte la diretta Instagram: «Oggi mi aspetto di tutto e di più». Aziona le quattro frecce e si mette in marcia. Inquadra i sedili posteriori: «Guardate dove vivo» e mostra la lametta con cui si taglierà il braccio: «Per questa causa io voglio morire. Voglio l'attenzione di tutti». In sottofondo i primi clacson degli altri automobilisti. Imbocca l'autostrada e il tachimetro non si schioda dai 30 all'ora. Chi si imbatte in quell'auto-lumaca è costretto a frenare all'improvviso. Il rischio di tamponamenti a catena è concreto. Alle 13.15 al centralino del Coa di Udine arrivano le prime chiamate di automobilisti allarmati: «C'è una macchina a passo d'uomo tra Porcia e Fontanafredda». Scatta l'alert. Allo svincolo di Godega la aspettano altre pattuglie: ne sperona una e per poco non investe il poliziotto a piedi che cerca di fermarla. Un'altra pantera la raggiunge e le si affianca. Gli agenti le intimano di fermarsi. Lo fa solo per un istante, il tempo di afferrare la lametta e farsi tre tagli sul braccio destro, mostrarlo agli agenti e riprendere il volante. Tentano di bloccarla a piedi. Lei tira dritto, col braccio che sanguina: «Datemi delle garze, vado a Milano». Invece fa pochi metri: tre pattuglie le sbarrano ogni via di fuga. Fine della protesta: la ragazza viene affidata ai sanitari per le cure del caso e portata in ambulanza all'ospedale di Conegliano, dove viene sottoposta a Tso. Alle 13.45 l'allarme rientra. La posizione della 26enne ora è stata deferita a piede libero alla Procura di Treviso. Fra denunce penali e sanzioni amministrative, la sua condotta incosciente rischia di costarle cara: si ipotizzano la resistenza a pubblico ufficiale, ai danneggiamenti passando per la turbativa in autostrada e il rifiuto di fermarsi all'alt.

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Il Gazzettino